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C’eravamo tanto addormentati

17 Maggio 2016

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C’eravamo tanto addormentati

Faccia a faccia Caramaschi Tagnin

La Max Maglione ci ha provato a rendere elettrica l’atmosfera, il moderatore Mantovan pure, ma a livello statico (d’elettricità s’intende) calma piatta, qualche battuta, qualche applauso e tanto “già detto”. Partiamo dai numeri, la moderna sala polifunzionale Nikoletti d’Oltrisarco è quasi gremita, il rione ha risposto bene all’evento, presente più di qualche neo consigliere comunale.  Chi si aspettava un dibattito “americano” rimane presto deluso, poche freddure, risposte spesso molto lunghe ed apparente fair play. Partiamo dal condiviso: entrambi i candidati stringendosi la mano sottolineano la non utilità delle circoscrizioni di quartiere cosi strutturate. Nessuno però propone una chiara soluzione al miglioramento di quest’aspetto. Sui temi generali le solite cantilene, più sicurezza, più avvicinamento ai cittadini e tanta buona volontà. Caramaschi ad un certo punto punge. “Siamo tutti amici degli imprenditori, di questo o quello, ma nel concreto come gli andiamo incontro?”, Tagnin bisbiglia e poi risponde secco “eravate voi al governo, non noi, quindi perché non ci avete pensato in passato?”. Caramaschi allora sottolinea: “Io non ho tessere, sono qui per merito mio, non devo ringraziare nessuno”. Forse a qualcuno del pd le orecchie saranno fischiate. Il concetto delle tessere diventa il leitmotiv di Caramaschi, un modo ridondante per ricordare ai presenti di non essere rappresentante della “vecchia politica”. Tagnin coglie la palla al balzo e mette il coltello nella piaga reiterando l’uso del paradigma un po’ grillino del “tu sei loro, loro sono vecchia politica, immobile, legata a logiche partitiche”. Caramaschi risponde colpo su colpo e si difende dalle accuse di partitismo vecchia maniera in stile Svp “dai su, Bolzano non è Reggio Calabria, qualcosa di buono è stato fatto”. In sala molti arricciano il naso, non sono pochi i bolzanini d’origine calabrese. Bolzano non è Napoli, non è Reggio Calabria, lo sappiamo e ci mancherebbe, sono storie diverse, è cosi come la vediamo grazie anche alla fatica ed al sudore di tanti calabresi venuti a lavorarci. I politici nostrani non sono dei grandi conoscitori di geopolitica, ma dovrebbero ogni tanto esser più sensibili con la propria nazione ed i propri connazionali. Sensibilità che Caramaschi dimostra d’avere per la multiculturalità, l’Università trilingue e le nuove pieghe del mondo globalizzato. Su quest’ aspetto è Tagnin a scuotere la testa (non per la multiculturalità ma per un certo buonismo di facciata). Il degrado c’è e si tocca secondo lui, molteplici gli esempi, dal parco Stazione ai prati del Talvera. Ultimo punto, CasaPound. La domanda non poteva mancare, Tagnin risponde diplomaticamente. I ragazzi di Ezra raccolgono il malcontento, qualcuno ci crede (si dissocia dalla matrice ideologica) e molti altri li votano per protesta. Caramaschi invece si dice non meravigliato del risultato di Bonazza e compagnia, rispetta chi è democraticamente eletto, sembra quasi indifferente. Nessun acuto particolare, il dibattito dopo circa un’ora e mezza s’avvia a conclusione. Gli elettori cosa ci avranno ricavato? Non saprei rispondere. Ho assistito a molti dibattiti e la minestra comunque la si giri è sempre più riscaldata. Il 22 maggio i bolzanini si faranno ammaliare dal sole, dalla governabilità (tutta da dimostrare nel concreto) o si rimetteranno nelle mani di un commissario in vista di nuove elezioni? Manzoni va sempre di moda in questi casi: ai posteri l’ardua sentenza. Attualmente i posteri si sono addormentati però…chi li sveglierà?

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Giornalista pubblicista, originario di Bolzano si occupa di economia, esteri, politica locale e nazionale