L’Assemblea dei Delegati del Fondo Pensione Laborfonds approva il bilancio dell’esercizio 2015
Si è riunita oggi a Trento, presso la sede di GPI, l’Assemblea dei Delegati del Fondo Pensione Laborfonds. Approvato il bilancio dell’esercizio 2015; invariate la quota d’iscrizione e la quota associativa per il 2016. “Volano” le adesioni nel 1° trimestre dell’anno
Considerato il grande interesse ed il significativo ritorno ottenuto con l’Assemblea tenutasi, a novembre dello scorso anno, presso la Salewa a Bolzano con collegata visita all’azienda TechnoAlpin, il Presidente Gianni Tomasi ha deciso di bissare e quindi, coerentemente con l’approccio di alternanza che caratterizza il Fondo Pensione Laborfonds, ha sottoposto al Consiglio di Amministrazione l’idea non solo di ricercare un luogo per organizzare la seduta, ma di “condividere l’evento con una delle nove aziende che Laborfonds – nel corso del 2015 attraverso la Linea Bilanciata – ha finanziato grazie all’investimento effettuato nel Fondo Strategico Trentino Alto Adige . “GPI è infatti” spiega Tomasi “azienda leader nel suo settore, particolarmente innovativa. Insomma, una location idonea presso la quale convocare l’Assemblea dei Delegati chiamata ad approvare il bilancio 2015, determinare la quota associativa e la quota di iscrizione per l’anno in corso, oltre che a confrontarsi sulle sfide future e sulle strategie da intraprendere”.
Gli fa eco il Direttore Generale Ivonne Forno che aggiunge: “Non siamo “solo” il fondo pensione dei lavoratori della Regione Trentino Alto Adige, ma siamo “anche” il Fondo delle aziende che insistono sul territorio della Regione. Dalla loro salute traiamo la nostra salute! Questo è il senso del progetto degli investimenti locali di Laborfonds! Dopo tanto impegno profuso nella realizzazione e condivisione del progetto degli investimenti locali, iniziamo, con molta soddisfazione e al di là delle aspettative per il primo anno, a vedere i primi frutti, soprattutto relativamente al Comparto Trento dove le aziende si sono dimostrate maggiormente recettive rispetto alla possibilità di attingere finanziamenti da un canale “non tradizionale”, ossia non bancario. Siamo del tutto convinti, nel contempo, che anche le aziende altoatesine risponderanno positivamente alla proposta. Si tratta di contesti diversi, di economie diverse, di storie e percorsi aziendali diversi che, in quanto tali, necessitano di tempi ed approcci differenziati.”
Dopo la visita alla sede di GPI, allo show room e all’area CUP, accompagnati dal Presidente ed Amministratore DelegatoManzana e dalle RSU aziendali, i Delegati hanno approvato il bilancio dell’esercizio 2015 e confermato, anche per il 2016, la quota d’iscrizione (5,16 euro) e la quota associativa (10 euro ridotti a 8 euro a fronte della scelta di ricevere le comunicazioni on-line da parte del Fondo).
Il Presidente Tomasi ha colto inoltre l’occasione per manifestare la propria soddisfazione per i risultati ottenuti dalla gestione finanziaria in un anno non particolarmente facile e con un altissimo livello di volatilità. “Nel 2015 il Fondo Pensione, nel suo essere anche progetto sociale, oltre che economico e previdenziale, ha erogato prestazioni ai suoi aderenti per circa 100 milioni di euro e versato, a febbraio u.s., a favore del territorio regionale, oltre 18 milioni di euro di imposta sostitutiva”, ha aggiunto Tomasi, “numeri non di poco conto!”
Il Direttore Generale Forno ha quindi fornito una serie di aggiornamenti, rispetto all’andamento del Fondo nel primo trimestre 2016. “Gli aderenti sono aumentati di ben 333 unità rispetto a fine 2015 (al 31.03.2016 erano infatti 114.621) e questo dato è di forte stimolo per proseguire nelle iniziative che abbiamo di recente intrapreso per spiegare, informare, fidelizzare, non attendendo che i lavoratori vengano da noi, ma andando da loro nelle aziende! Sono aumentate anche le adesioni dei soggetti fiscalmente a carico, altro segnale importante! In occasione delle assemblee con i lavoratori, però,” aggiunge Forno, “apprendiamo dati preoccupanti circa il numero delle adesioni ai fondi pensione aperti ed ai PIP, che hanno un regime di costi ben più alto del nostro, parliamo di numeri moltiplicati da 3 a 10 volte!! E ci chiediamo come sia possibile che, a fronte di una proposta che nel tempo ha dimostrato rendimenti stabili e in ogni caso pienamente in linea con la media del mercato, si possa optare per soluzioni che talvolta non beneficiano nemmeno del contributo del datore di lavoro (obbligatorio invece se si sceglie di versare il contributo a proprio carico a Laborfonds) e con costi che sono multipli rispetto a quelli di Laborfonds, in quanto necessari per remunerare reti di collocamento e di promozione che Laborfonds non ha!! Per questa ragione lavoreremo sui moltiplicatori, sull’informare e sul formare una rete capillare di referenti, fra i quali i patronati ed i CAF, che “parlino per noi e diffondano capillarmente un messaggio chiaro: “Laborfonds non è un “prodotto commerciale”, è “un’associazione senza scopo di lucro”; i suoi iscritti non sono “clienti”, bensì “soci aderenti” e ogni euro risparmiato va a loro completo e totale favore”.
“E’ un progetto importante e da difendere”, chiude il Presidente Tomasi “anche rispetto alle recenti evoluzioni dei rinnovi dei CCNL a livello nazionale che prevedono l’adesione contrattuale obbligatoria solo a favore dei fondi pensione nazionali. Ci stiamo attrezzando con tutte le Parti Istitutive al fine di modificare ed aggiornare l’accordo istitutivo e creare i presupposti per poter dare ulteriore stabilità e longevità ad un progetto che è unico in Italia, che ha una valenza sociale importantissima per la popolazione della nostra Regione, e nel quale crediamo moltissimo!”