Uno su tredici ce la fa (rà)?

In foto al centro: Elena Artioli 

Uno su tredici ce la fa (rà)?

Non me ne voglia Morandi, interprete della famosa canzone ma a Bolzano abbiamo tredici candidati sindaci e un posto in ballo, traballante per giunta, quindi l’incipit di quest’ articolo non poteva che iniziar così. Arriveremo a novembre? Mangeremo il panettone? Sono queste le prime domande che mi vengono in mente ma solo ad elezioni avvenute. Ieri però, a sentire i candidati sindaci, le nubi nere sopra questa campagna elettorale non sembrano essersi diradate. Nessun cielo azzurro e qualche sorpresa, facciamo il punto a quindici giorni sullo stato comunicativo ed emozionale dei vari candidati, impressioni tra il serio e l’ironico.

Partiamo da Renzo Caramaschi, molto tecnico, risponde sempre con riferimenti precisi a livello giuridico, risponde a tutto senza patemi, credendoci, va nel dettaglio ed argomenta, ad ogni uscita migliora, inutile negarlo, sarà un vero osso duro, pochi in materia comunale possono impensierirlo. Monti

Giorgio Holzmann, mi ha impressionato per pacatezza ed ironia. Provocato a dovere ha fatto leva sulla propria dialettica ed esperienza. Sembra maturato, l’esperienza romana lo ha portato ad un livello di comunicazione da quid in più, molto super partes, “realmente politico” stile destra britannica. Humor

Elena Artioli ha dimostrato la solita grinta che l’ha contraddistinta in passato, è apparsa molto ragionata nello spiegare il proprio manifesto con annessa spada (virtuale in realtà), senza fronzoli ha poi illustrato i punti focali del programma. Il consiglio provinciale risulta ottima scuola di formazione politica. Giovanna d’ Arco (senza spada)

Anna Pitarelli “sull’onda”, sempre sorridente ma con l’occhio da manager, sembra non essere solo la “signora no” della scorsa legislatura. Buona dialettica ed argomentazioni più che valide nello snocciolare i propositi della sua lista, scelta “benkiana” in primis. Altra donna di ferro da tenere sott’ occhio. Manager

Scintille e parecchie, generate dal confronto con Puglisi Ghizzi, candidato di Casapound. Ad onor del vero il rappresentante del movimento ha dovuto battagliare su questioni che esulano dalla città di Bolzano. Gli immancabili riferimenti al fascismo (il leitmotiv ha coinvolto anche Holzmann) e al programma di Casapound nazionale hanno spostato il baricentro su altre linee. Puglisi Ghizzi ha risposto colpo su colpo, non risparmiandosi o nascondendosi, purtroppo non molto è riuscito a spiegare riguardo Bolzano. Memento audere semper

Il mio round ha invece visto come protagonista Vanja Zappetti. Vanja ha risposto a 360 gradi. Le mie domande hanno coperto un po’ tutti i settori, dall’economia alla cultura passando per la musica. Zappetti da buon storico ha argomentato il tutto, senza politichese, in maniera semplice e concreta. Forse il candidato che ha più puntato sulla cultura, ma rischia il “doppiaggio a sinistra”. Socrate

Franco Murano, candidato dei Pensionati. Qualche sorriso in sala quando Murano parla d’attenzione ai giovani. Poi, visto il ruolo, le metafore calcistiche si sono sprecate, ricordando a tratti l’ex premier forzista e presidente del Milan. Lo rivedremo in tribuna od in comune? Virtus (Bolzano)

La curiosità riguardo Caterina Pifano era molta, agguerrita, precisa, ha pescato Arnold Tribus, cliente difficile ed ostico. Le risposte sono state molto “grilline” ma anche volte all’apertura, sembra che localmente il movimento possa pensare di condividere proposte trasversali. La Pifano comunque regge e va oltre ai riferimenti nazionali, non era facile. Amazzone

Angelo Gennacaro, “il giovanotto” in realtà ne esce bene. Unico viso di candidato sindaco superstite dal 2015. Argomenta, battibecca ironicamente con qualcuno in sala, spiega il suo progetto, ci crede. La vitalità del ragazzo e l’evidente entusiasmo sono linfa vitale per l’assonnata Bolzano. Che sia la barba più lunga? Peter Pan

Christian Kollman, linguista e patriota (in italiano è una parolaccia, in tedesco un complimento, questione di punti di vista), a cui però piace una lingua sola: il tedesco. In tedesco ci spiega che Bolzano la vorrebbe più tedesca. Meno italiano e più tedesco. Più tedesco e meno italiano. La proposta è chiara quanto semplice. Goethe? No, Klotz.

Norbert Lantschner, sono lontani i tempi in cui la sinistra candidava mastini da fabbrica. Norbert è sensibile quanto educato, risponde, si racconta (abbiamo appreso abbia vissuto in più rioni bolzanini). Molto verde e poco rosso, molto pacato, forse troppo. Virtuale

Mario Tagnin, pare un liberale di destra, non pare un candidato ad appoggio leghista. Molto sobrio, forse deve ancora scartarsi e librarsi. Risponde ed argomenta, ma a tratti non pare molto convincente, timido nell’esporre i propositi di coalizione. Mario non ancora super Bros

Baur, assente per impegno all’estero. Lo sostituisce Sebastian Seehauser. Tribus ci prova ma il giovanotto targato Svp si scompone nulla o quasi. Dibattito affrontato in italiano, una prova di maturità da partito di tutti o ammiccamento elettorale pro italiani? Le urne sveleranno il mistero. Leggere un comunicato Svp od ascoltare Seehauser è praticamente identico, la scuola politica sudtirolese ha tradizione e Sebastian ne è la prova, “governabilità” la parolina più utilizzata. Magnago (lui c’era, c’è, ci sarà)

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Renzo Caramaschi
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Puglisi Ghizzi