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Cna inaugura domenica la nuova sede trentina

11 Febbraio 2016

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Cna inaugura domenica la nuova sede trentina

Il presidente nazionale Vaccarino: “Progettualità e servizi a sostegno delle Pmi

Rivalità con le altre associazioni? È obsoleta, ragioniamo invece sulle sinergie”

La Cna inaugura domenica, alle ore 10, la nuova sede trentina, colmando così un vuoto storico che vedeva l’associazione di categoria presente in maniera massiccia in Veneto e in Alto Adige, ma assente in Trentino. Nell’occasione, verrà anche ufficializzata la nascita di Cna del Trentino Alto Adige.

Alla cerimonia di inaugurazione degli uffici – situati in via Tonale 96 a San Michele all’Adige, in posizione strategica a poche centinaia di metri dal casello autostradale – parteciperà Daniele Vaccarino, torinese e imprenditore metalmeccanico, presidente nazionale della Cna da dicembre del 2013. “Finalmente siamo presenti in Trentino – afferma il presidente Vaccarino –  e possiamo tenere fede al nostro impegno prioritario, ovvero essere vicini alle imprese con una nostra sede sul territorio. Se ci siamo riusciti, dopo 70 anni di vita della Cna nazionale e 40 della Cna-Shv di Bolzano, è perché abbiamo trovato solo adesso le persone competenti e disposte a portare avanti l’iniziativa, come il presidente regionale Claudio Corrarati: Trento è una delle pochissime province d’Italia in cui non eravamo presenti. Crediamo di poter dare un valido contributo alle piccole e medie imprese trentine, portando la spinta innovativa dell’associazione impegnata non solo nell’offerta di servizi, ma anche nell’accompagnamento delle aziende verso le frontiere imposte dalla modernità”.

Il Trentino ha una forte presenza di artigiani, già organizzati in un’altra associazione di categoria. “Nessuno rinnega la propria storia e una sana concorrenza tra associazioni di categoria è un arricchimento per tutti – riflette il presidente Vaccarino – ma la rivalità fine a sé stessa è obsoleta e fuori dal tempo. Dobbiamo ragionare seriamente sulla creazione di un’unica associazione nazionale delle piccole imprese. Rete Imprese Italia, nata ufficialmente il 10 maggio 2010, riunisce le cinque organizzazioni di categoria più rappresentative delle piccole aziende ed è stata una grande innovazione nello schema della rappresentanza. Fatichiamo, però, a trasportare il modello di collaborazione sul territorio. Nessuna associazione, ormai, fa riferimento a partiti e ideologie. Gli stessi partiti del passato non esistono più. Il sistema associativo deve rinnovarsi e stare al passo con i tempi. Cna vuole farlo”.

Il rinnovamento interno, proprio in occasione del settantesimo anno di vita, è l’obiettivo di Cna. “Stiamo cambiando pelle, a cominciare dal logo – chiarisce il presidente nazionale – che si porta nel cuore la storia e l’esperienza, ma la testa è già nel futuro. Non vogliamo rinnegare la parola “artigianato”, che è bellissima perché coniuga il lavoro con la creatività dell’artista. Cambia, invece, il modo di fare impresa. Nascono nuovi mestieri, ai quali guardiamo con grande attenzione per fornire sostegno e rappresentanza. Siamo in prima linea nell’affiancamento delle Pmi sull’internazionalizzazione, sulla formazione continua e nella creazione e consolidamento delle start-up. Diffondiamo la nuova cultura dell’imprenditorialità emersa spontaneamente dalla crisi. Una crisi che, in Trentino Alto Adige, si è sentita meno di tante altre regioni: non è finita, ha lasciato spazio ad una timida ripresa, già minacciata dalle turbolenze finanziarie internazionali”.

La crisi, secondo Vaccarino, ha cambiato nel profondo le imprese più tradizionali: “I piccoli imprenditori hanno capito che il mercato locale, magari solo nel proprio comune, è insufficiente. Nessuna piccola impresa è obbligata ad esportare prodotti e servizi in tutto il mondo, ma deve capire che oggi i mercati e i clienti non hanno confini grazie alla digitalizzazione: chi non si adegua, prima o poi muore. L’artigianato ha una marcia in più: l’arte del saper fare che è simbolo dell’italianità, che a sua volta è la somma delle eccellenze regionali. Dobbiamo sapere vendere la nostra eccellenza, accettando la sfida della modernità. L’autoimprenditorialità è favorita dalla digitalizzazione e dall’innovazione, una grande chance per i nostri giovani: dobbiamo saper utilizzare la tecnologia, combinandola con i mestieri tradizionali”.

Le Pmi sono la forza motrice dell’economia: nel 2015 c’è stato un aumento del 2,5% di occupati proprio nelle piccole imprese. “Se i piccoli assumono – conclude Vaccarino – non è per effetto degli incentivi fiscali e  retributivi. Sappiamo cogliere gli elementi di positività della congiuntura e se, fino al 2014, c’erano grossi interrogativi sul futuro, adesso vediamo i margini per rafforzare le aziende. La nostra è occupazione stabile, perché formiamo i dipendenti e non abbiamo alcuna intenzione di perderli”.