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Bolzano. Giornata della memoria vista con gli occhi della …scuola

21 Gennaio 2016

Bolzano. Giornata della memoria vista con gli occhi della …scuola

di Pinuccia Di Gesaro
Sabato 23 gennaio, il Museo della Scuola di Bolzano propone un viaggio nella memoria degli anni compresi tra il 1918 e il 1945 con l’obiettivo di raccontare il travaglio storico di quagli anni da un angolo visuale inedito: quello del mondo della scuola.
Il racconto sarà fatto in lingua italiana da Chiara Visca e da Christian Mair in lingua tedesca. Successivamente i ragazzi saranno invitati ad esprimersi in un laboratorio di scrittura creativa.
In collaborazione con Sagapò Teatro, il Museo della Scuola propone ai bambini tra i sette e i dodici anni un pomeriggio istruttivo, e al contempo divertente.
 
Un po’ di “memoria” anche per i lettori di BuongiornoSuedtirol
Gli anni che vanno dal novembre 1918, fine della guerra, al 1945 sono densi di avvenimenti anche nel mondo della scuola bolzanina. All’inizio del secolo il sindaco liberale Julius Perathoner (1849 – 1926) diede un forte impulso allo sviluppo della scolarizzazione nell’ambito dello sviluppo complessivo impresso alla città.
Durante i 27 anni della sua amministrazione, dal 1895 al 1922 – dunque quasi un trentennio – vennero costruite la maggior parte delle scuole esistenti a Bolzano, oltre al Museo civico e il Teatro, distrutto quest’ultimo dai bombardamenti della seconda guerra mondiale.
L’organizzazione scolastica vigente era quella asburgica. Dopo la prima guerra mondiale, con l’annessione dell’attuale Alto Adige al Regno d’Italia, inizialmente furono mantenute le scuole in lingua tedesca con il suo corpo docente, benché ben presto si pose il problema di reperire locali per la scuola italiana.
Nei primi anni ’20 le violenze fasciste giunsero a Bolzano. Il maestro elementare Franz Innerhofer, trucidato a Bolzano nel corso di una manifestazione, ne fu la prima vittima. Il 2 ottobre 1922 seguì l’occupazione della nuovissima e più bella scuola della città, la Elisabethschule, denominata più tardi Regina Elena.
Con la progressiva italianizzazione  delle scuole dell’Alto Adige si portò a compimento il progetto fascista di far scomparire la lingua tedesca dalla scuola, così come da tutte le istituzioni pubbliche. Nacquero le Katakombenschulen, scuole clandestine sostenute dalla Chiesa locale e con il supporto degli insegnanti allontanati dalla scuola pubblica.
Nel 1939 gli accordi tra Mussolini e Hitler portarono alle cosiddette Opzioni, nel senso che chi intendeva “restare tedesco” veniva invitato ad optare per  Reich tedesco, Tragica fu la lacerazione del tessuto sociale in Alto Adige, cioè di coloro che pur volendo restare ciò che erano sempre stati, cioè Tirolesi, intendevano anche restare nella loro Terra e nella Terra dei loro avi, cioè nella loro Heimat. Per favorire l’Opzione verso il Reich furono istituiti corsi di tedesco statali, con la conseguenza che gli insegnanti italiani, di fatto, rimasero senza lavoro.
Dal settembre 1943 fino alla fine della guerra, l’Alto Adige divenne provincia del Terzo Reich, territorio di fatto amministrato dai nazisti. L’istruzione pubblica divenne impossibile. Molti insegnanti di lingua italiana furono trasferiti d’ufficio e le scuole vennero usate come ricovero per i soldati e gli sfollati.

Giornalista, scrittrice, editore.