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“Dio si fa uomo e l’uomo diventa il prossimo”

25 Dicembre 2015

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“Dio si fa uomo e l’uomo diventa il prossimo”

“Nell’Anno santo della misericordia il Natale ci vuole aprire a una delle promesse più profonde della fede cristiana: attraverso Gesù che si è fatto uomo per noi e per la nostra salvezza non c’è peccato che non possa essere assolto”, ha affermato il vescovo Ivo Muser, il quale nella giornata odierna ha aperto nel Duomo di Bolzano la “Porta Santa” nell’”Anno santo della misericordia”.
“Betlemme rimane presente”, è il nocciolo del messaggio del vescovo Ivo Muser in occasione della veglia di Natale di ieri nel Duomo di Bressanone. Il vescovo ha ricordato che anche oggi, come allora a Betlemme, ci sono madri in difficoltà, famiglie in fuga e persone che vivono nella povertà in molti luoghi del mondo. “Non rimane soltanto la povertà di Betlemme, ma anche la gioia di questa notte”, ha detto il vescovo che ha proseguito spiegando che Dio diventa Emanuele, cioè “Dio con noi”.
“Questo bambino è la misericordia di Dio divenuto visibile; è la nostra porta della salvezza e della misericordia”, ha affermato mons. Muser, riprendendo questo pensiero nell’odierna S. Messa di Natale nel Duomo di Bolzano. Oggi, inoltre, il vescovo ha aperto la “Porta Santa” in occasione dell’”Anno santo della misericordia”.
Una Porta Santa vuole essere un segno visibile di ciò che intende indicare e donare l’”Anno santo della misericordia”: questa porta è aperta e seguendo Dio rimarrà aperta per sempre, per le persone che desiderano entrare attraverso di essa e che cercano il Dio misericordioso.
Nel corso dell’omelia il vescovo Ivo Muser ha menzionato una citazione di S. Agostino: “Odio il peccato e amo il peccatore.” È anche il grande desiderio che accomuna Papa Francesco con questo “Anno Santo”, vale a dire che il singolo e l’intera comunità ecclesiale dica con convinzione di no al peccato e un sì deciso alla misericordia di Dio.
Il vescovo ha invitato a riflettere su ciò che il singolo può o deve compiere, perché si apra e rimanga aperta la Porta della misericordia. Mons. Muser ha indicato che lo sguardo attento verso il prossimo, il malato, verso chi è in difficoltà materiale oppure spirituale, il detenuto, verso i propri familiari e colleghi di lavoro è decisivo: “queste sono le vere porte della misericordia”, ha affermato il vescovo che ha proseguito dicendo che non basta attraversare la Porta Santa, ma bisogna aprire le porte del proprio cuore.
Al termine della celebrazione il vescovo ha impartito la benedizione papale, come è previsto durante le celebrazioni in cui il vescovo apre una “Porta santa”. Questa benedizione prevede tra l’altro la supplica per il perdono dei peccati, la preghiera per la grazia dello Spirito Santo e quella per la costanza nelle opere buone.

Foto/copyright Ufficio Stampa Diocesi Bolzano-Bressanone