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Un bel tacer non fu mai scritto…

15 Novembre 2015

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Un bel tacer non fu mai scritto…

Pubblichiamo una lettera al direttore di Filippo Maturi di Bolzano.

Un bel tacer non fu mai scritto e, di tale auspicato silenzio, neppure oggi si è potuto riportare. Mentre l’umanità piangeva le sue vittime, per mano d’inumani assassini, a Bolzano si suonava e cantava. Certo, il concerto è stato preceduto da un minuto di silenzio, 60 secondi in cui condannare la morte, subito prima di celebrare la vita. Già, perché la musica è celebrazione della vita stessa, un’espressione dell’esistenza coniugata nelle sue mille sfaccettature, mentre il silenzio, quel silenzio totale – tombale, appunto – è l’emblema, il simbolo della morte. In quei momenti dove Band di caratura internazionale, quali U2, Coldplay e FooFighters, annullano i concerti in segno di solidarietà con le vittime del terrorismo, a Bolzano si canta e si balla. Si è scelto, questione di sensibilità e buon gusto, di non annullare la festa denominata “Refugees Welcome”. Trincerandosi dietro al nobile scopo di informare e avvicinare la cittadinanza ai profughi, si è preferito salire su un palco e cantare. Certo, non sono mancati i minuti di silenzio e le bandierine con il tricolore francese, ma alla fine si è festeggiato. Il silenzio, il bel tacer tanto auspicato non è certo rivolto al nobile scopo della manifestazione, ma meramente alle sue modalità. Personalmente ritengo che sarebbe stato più dignitoso eventualmente, al posto dei palchi, allestire dei gazebo informativi e svolgere la prefissata informazione in modo più sobrio e adatto alle circostanze. Purtroppo non è andata così, si è suonato, si è ballato e si è festeggiato i profughi. Di quel bel tacer non si è vista traccia e non ci resta che constatare, con imbarazzo e rammarico, che: mentre il mondo piange, Bolzano festeggia.

Filippo Maturi