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Riflessione sulla legge elettorale comunale bolzanina

17 Novembre 2015

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Riflessione sulla legge elettorale comunale bolzanina

Si apre un bel dilemma per la politica comunale bolzanina. Tifare per il vecchio sistema elettorale o per il (o uno) nuovo?

Il sistema elettorale vigente fa acqua, non funziona più. Funzionava per inerzia una volta, stiracchiato fino al primo Spagnolli, ma già al secondo ha denunciato le sue carenze e lacune: troppa frammentazione su entrambi i versanti politici dovuta in primis ai problemi interni dei partiti, e poi delle regole elettorali inadeguate.
A mio parere però, senza modifica alla legge elettorale, e quindi votando col sistema attuale, sussistono forti probabilità che maggio 2016 sia una ripetizione di maggio 2015 e il rischio un nuovo Commissariamento concreto.
 
Ma si sa che nell’Italia politica non si cambia niente volentieri: anche se qualcosa funziona male meglio tenerlo così, non si sa mai che il cambiamento sia peggio, nel senso che tolga privilegi! (tanto per fare un esempio basta guardare quanti problemi intorno alla riforma del Senato, e il pastrocchio relativo del Senato dei 100: eletti fra una rosa ristretta, nominati come? e qualcuno nominato dal Capo dello Stato, ecc. Il monocameralismo ci consentirà di “viaggiare” al passo con i tempi, ma i Senatori non più Senatori che faranno? a loro interessa quello, non altro, ed ecco quindi eccezioni, distinguo, paletti, ecc.).
(Se tutto resterà a Bolzano come oggi, personalmente ipotizzo almeno 25 partiti, fra nazionali, locali e civiche, con almeno una dozzina di candidati sindaco di tutte le etnie. Per esempio il M5S o i Verdi, secondo loro gli unici veri progressisti dell’Universo, potrebbero piazzarci anche un candidato sindaco ladino, perchè no? così, tanto per rendere più eccitante l’agone. Magari M5S donna, che se vince porta nel suo seno ben due caratteristiche da far saltare il banco: ladina e donna. E di questo passo, con le comunali contemporanee alle nostre in oltre 1200 comuni, fra i più importanti Napoli, Torino, Milano, Bologna, Rimini, Varese, ecc. e il “tiro” di campagna elettorale che darà il M5S romano non mi meraviglierei che accadesse qualcosa del genere. A questo riguardo riprendo l’argomento più avanti, sotto le *****, ovviamente). Anche la Lega avrà “buon tiro” dalle comunali nello Stivale, molto meno ne avrà Forza Italia e sodali (per sodali non intendo la Lega). Forza Italia dovrà affidarsi ad un solido pellegrinaggio in Terra Santa (o presso qualche conclamato Santuario) per fare un buon risultato, ovunque: più che mai a Bolzano.
In tempi meno tesi abbiamo già avuto 22 partiti (nelle comunali di novembre 2005, prima vittoria di Spagnolli al primo turno) e ben 9 candidati sindaco nel 1995 (ballottaggio Salghetti/Mitolo), nel maggio 2010 (seconda vittoria Spagnolli al primo turno), e nel maggio di quest’anno 2015, ballottaggio Spagnolli/Urzì. Quindi non ci sarebbe da meravigliarsi se, stando l’attuale legge elettorale ed alla frammentazione diffusa, i partiti fossero anche 25 e i candidati sindaco “solo” una dozzina.
Posto che alcuni partiti “VOGLIONO” ed altri “DEVONO” ed altri ancora “VOGLIONO e DEVONO” correre da soli (quindi candidato unico) non è avventato, date le premesse correnti e secondo alcune mie riflessioni, ipotizzarne almeno 6/7, e i rimanenti 14/13 partiti a gruppi di due e di tre potrebbero esprimere tranquillamente altri 6 candidati sindaco, non è ardito farne la conta. Se così fosse, 12/13 candidati sindaco ci sarebbero già ai blocchi di partenza.
Ma il dato più importante e decisivo è quello dell’estrema frammentazione: tanti piccoli partiti rappresentati da uno/due consiglieri non agevolano il lavoro politico nè della maggioranza nè dell’opposizione. Le posizioni ideologicamente radicali di piccoli componenti della maggioranza, vedasi nell’ultima consiliatura i condizionamenti dettati da Sel, da Rifondazione, Verdi, da Italia dei Valori, da tutti quelli che pesavano poco elettoralmente, ma molto nell’ambito della maggioranza, non hanno aiutato molto a governare bene. Spagnolli ne sa qualcosa.
In conclusione, se la legge elettorale non cambia e resterà quella di maggio 2015 al 99% si verificherà questo scenario con epilogo nel nuovo Commissariamento. Ed entreremmo nel Guinnes dei Record e costituiremmo un caso politico da valutare anche a Strasburgo, inevitabile. Per cui nessuno ha interesse a perseguire questa strada. Ma il masochismo in politica è tanto sfrenato quanto pervicace, e quindi c’è la seria probabilità che questo si verifichi.
Se il nuovo sistema elettorale comunale sarà quello dell’Assessore Regionale Sepp Noggler che ho letto sulla stampa, al netto dell’abolizione del ballottaggio, non mi sembra male. Tre livelli di sbarrammento, 3,5% per le liste singole, 7,0% per le coalizioni e, una volta superata questa soglia, al loro interno avere almeno il 2,2% per esprimere un consigliere, se no si sta a casa, mi pare una proposta interessante.
Certo non piace a chi sa già fin d’ora di restare a casa, ma se teme questo è perché prende pochi voti e non è rappresentativo di una pluralità di cittadini ma solo di un condominio o un isolato. Pertanto non può incidere nella gestione della vita cittadina. Ma questa proposta indurrebbe molti a coalizzarsi, ad unirsi, se veramente l’interesse è quello della città e non personale. Se da soli si rappresentano pochi cittadini è meglio stare a casa, ma riuniti sotto un unico “simbolo” le cose potrebbero essere diverse.
 
Vista dal punto di vista dell’area centrodestra, almeno come la vedo io, sarebbe una buona proposta perché incoraggerebbe tutti a stare finalmente insieme, ad unirci sia per essere più forti che per non correre il rischio di restare fuori, quindi alcune opzioni: o una coalizione di partiti (ma per qualcuno il rischio di restare a casa permarrebbe concreto) o, meglio ancora, un’aggregazione ex novo dove tutti, senza l’impronta della “casa madre” sia nazionale che locale, scendiamo in campo sotto un unico “cappello” e lavoriamo per raggiungere finalmente l’obiettivo che non solo ci sfugge da sempre, ma che siamo noi con le nostre beghe a far scappare ad ogni tornata elettorale.
Solo una riforma elettorale seria e severa potrà scongiurare il rischio concreto di una proliferazione di liste e movimenti che avrebbero il
solo risultato di frammentare ulteriormente il panorama politico consegnando Bolzano ad una nuova ingovernabilità, e questa riforma non può prescindere da forti sbarramenti d’elezione che inducano tutte le forze politiche ad unirsi nella condiviisone, ancorchè non globale, dei programmi nell’interesse della città. Tutta la città.
(***** Non ha del tutto torto Bizzo a dire che così si rischierebbe di avere un Sindaco eletto con il 15% dei voti o poco meno o poco più: ma la bontà del suo ragionamento è tale solo se rapportato al fatto che quel “primo partito di maggioranza assolutamente relativa” potrebbe essere proprio il M5S, e dal mio punto di vista questo non sarebbe proprio un fatto allegro per la nostra città. Teniamo anche conto che il M5S non ha bisogno di allearsi con l’Svp perchè il componente di lingua tedesca l’ha già, e ne può prendere anche altri e pure di genere femminile, e l’Svp attuale non si può proprio dire che sia in buona salute (come tutti gli altri partiti italiani): direi che si è beccato “il virus politico italiano” e non riesce più a guarire (i virus quando entrano nel nostro corpo non lo lasciano più, è un dato medico scientifico). Quindi potrebbe anche rischiare di andare all’opposizione se non viene varata una riforma della legge elettorale comunale di valore, che spinga tutti ad aggregarsi (o caolizzarsi) per fare numero e superare gli avversari più pericolosi. E in questo momento il M5S è uno di quelli.
Vito Gambetti
“Insieme. Con Bolzano”