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Domenico Marasco “difendere e rilanciare in tutto il mondo l’agroalimentare e il turismo enogastronomico italiano”

16 Novembre 2015

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Domenico Marasco “difendere e rilanciare in tutto il mondo l’agroalimentare e il turismo enogastronomico italiano”

Domenico Marasco da molti anni si occupa con passione di turismo agroalimentare con la sua rivista Viaggi del Gusto (ora anche in versione dedicata ai passeggeri di Italo che la trovano durante i loro viaggi). Questo impegno gli ha fatto avvicinare e conoscere moltissimi produttori italiani di qualità. Così ha iniziato una battaglia per la tutela e lo sviluppo dei produttori di qualità italiani. Lo abbiamo intervistato in occasione della sua adesione alla nostra retewebitalia.net

Lei da anni è un importante editore nel settore agroalimentare e ne segue con passione le vicende. Qual è la situazione del mercato italiano?

Il mercato italiano dell’agroalimentare è complesso. L’export vale 35 miliardi di euro contro i 70 della Germania quindi c’è molto da fare. Troppe le piccole aziende non sono strutturate per crescere. Bisogna seguire l’esempio del Trentino cooperare o consorziarsi soprattutto nella commercializzazione e la promozione.

Abbiamo tanti piccoli produttori di qualità. Cosa serve per migliorare?

I piccoli produttori esprimono qualità straordinaria ma devono strutturarsi per promuoversi e vendere. L’unico strumento veloce è internet devono imparare ad usarlo e per farlo devono associarsi con altri, almeno nella logistica.

Punto cruciale le esportazioni. All’estero l’italian sounding fa perdere miliardi ai nostri produttori come si può intervenire?

L’Italia sounding vale 70 miliardi bisogna lavorare sulla promozione fatta di assaggi e story telling. Bisogna che i soldi della promozione vengano gestiti meglio e da una unica regia. La Rai potrebbe essere il soggetto portante di questa missione come ha fatto Sopexa per la Francia o Jetro per il Giappone.

Sono tutelati i produttori italiani e soprattutto sono aiutati?

I produttori italiani non sono tutelati. L’industria la fa da padrone. Se si parla di olio extravergine la normativa europea dice che è tale se l’ acidità e inferiore allo 0,8 questa è una plateale stupidaggine. L’industria lo rende tale con sofisticazioni chimiche. L’olio buono ha tanti polifenoli ma nessuno in Europa li vuole mettere in etichetta.

Cosa si dovrebbe fare?

In Europa, ai tempi,  abbiamo mandato parlamentari che mentre facevano le leggi Ue sembra propio che dormissero. E quello dell’agroalimentare non è l’unico settore in cui siamo penalizzati. Stiamo pagando la nostra inadeguatezza degli ultimi trent’anni.

Il turismo legato all’enogastronomia è un settore dalle grandi potenzialità cosa si dovrebbe fare per migliorarlo?

Il turismo se la può cavare perché non richiede molta burocrazia, abbiamo prodotti, percorsi enogastronomici, tradizioni e beni culturali. Si tratta di coordinare e utilizzare al meglio i mezzi che ci sono a partire da internet. E bisogna specializzarsi e studiare al meglioi la concorrenza. Darei un consiglio agli albergatori attenti a booking.com. In Italia diamo il 20%, i tedeschi che non so cosa hanno da vendere danno il 7%. Siamo un po’ troppo ingenui.

La comunicazione è un fattore determinante dello sviluppo. Che idee ha al riguardo?

La comunicazione è fondamentale deve coordinarla un solo soggetto Basta Enit, regioni ed altri facciamone occupare la Rai: ha competenze contenuti e rapporti internazionali coi broadcaster più importanti del mondo. Ha già avviato un bel progetto con la trasmissione Italiana che racconta le nostre eccellenze su canali in Cina e Russia. Si può prendere spunto da questa bella iniziativa