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Il prete e la pedofilia

19 Ottobre 2015

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Il prete e la pedofilia

Non ha confine l’ignoranza, purtroppo. La scandalosa intervista del prete trentino che si esprime sulla pedofilia, e la comprende, o sull’omosessualità che la ritiene una malattia, fa pensare a quanto siano radicate e diffuse conoscenze distorte e pericolose anche tra coloro che hanno funzioni educative, formative, oppure, come nel caso di un sacerdote, di guida spirituale.

Le parole pronunciate dal prete fanno tornare alla mente quando i pedofili dicono che è stato il minore con la sua seduttività più o meno manifesta a provocarli. Si tratta chiaramente di una giustificazione delle azioni dell’adulto che vuole attenuare la propria responsabilità e rimanda la colpa alla vittima. L’esperienza di tanti anni di lavoro con le vittime di abuso sessuale e qualche volta anche con gli abusanti mi fa dire che il pensiero di don Gino, certamente confuso, ma più ancora confusivo e fuorviante, è pericoloso in quanto alimenta convinzioni e credenze inquietanti.

Non è possibile giustificare alcun comportamento pedofilo né individuare possibili attenuanti della responsabilità di adulto che risponde a sollecitazioni erotiche più o meno manifeste di un bambino. Può capitare che anche molto piccolo possa inviare all’adulto segnalazioni di interesse per il corpo e il sesso. Dai quattro anni in su infatti la sessualità come scoperta di se stessi e dell’altro da un punto di vista fisico e relazionale, porta i piccoli non solo a fare domande sul sesso e su come funzionano le cose, ma anche esprimere atteggiamenti e comportamenti che potrebbero essere percepiti come richieste erotiche. Genitori e insegnanti sanno per esperienza diretta e alle volte imbarazzanti che in quell’epoca i bambini si toccano di frequente i genitali o visibilmente si masturbano senza che nessun programma scolastico abbia previsto lezioni informative di questo tipo. Gli adulti conoscono quale interesse essi hanno per il corpo degli altri bambini ma anche dei grandi. È la nascente sessualità che con il turbine di forti ed eccitanti sensazioni spinge i bambini a toccarsi e toccare. La pressante curiosità come motore della crescita e la scoperta della vita che pulsa dentro e fuori. Nient’altro che questo.

Non si tratta pertanto di provocazioni, né di richieste sessuali, quanto di fisiologia dello sviluppo infantile del bambino che sta scoprendo le proprie pulsioni e cerca di capire dalla relazione con l’adulto come funziona il suo corpo e quello degli altri. Confondere questo e rispondere al bambino con “agiti” sessuali è devastante perché in quel momento egli chiede solo di capire e di fare chiarezza sulla realtà della vita che gli si mostra. La stessa cosa riguarda anche gli adolescenti che oggi ad esempio, con tratti ancora prepuberi, ammiccano all’adulto e gli inviano messaggi in qualche modo seduttivi, così come hanno visto fare in milioni di situazioni virtuali veicolate dalla massiccia diffusione dei sistemi di comunicazione. Vittime di un precoce esordio nelle esperienze adulte, i giovani di oggi possono apparire provocatori e già esperti navigati, mentre sono solo alla ricerca di capire fino a dove si può arrivare.

Fondamentale è il senso di responsabilità dell’adulto che deve saper leggere i comportamenti e le richieste di contatto fisico che fanno i bambini ai genitori. Allo stesso modo vanno anche interpretati con attenzione gli atteggiamenti di ragazzi e ragazze che si comportano in maniera spavalda e apparentemente sicura, quando sono fragili e ancora disorientati. Solitamente e soprattutto nei piccoli, si tratta di comportamenti che segnalano un forte bisogno di relazione e non la ricerca di un rapporto erotico. È necessità di accoglienza affettiva, in modo particolare quando se ne avverte la carenza nelle relazioni più intime e familiari, e non voglia di fare sesso.

Serve pertanto ampliare la conoscenza degli adulti sui processi evolutivi e non indulgere su affermazioni e comunicazioni inaccettabili come quella del religioso in questione, per fortuna prontamente richiamato e messo a tacere.

di Giuseppe Maiolo – www.officina-benessere.it