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Bolzano, Verdi in maggioranza garantiranno soltanto drammatico immobilismo politico culturale utile ai burattinai della città

11 Settembre 2015

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Bolzano, Verdi in maggioranza garantiranno soltanto drammatico immobilismo politico culturale utile ai burattinai della città

I movimenti politici nascono sulla base di obiettivi ideali che sono quelli che danno senso alla loro esistenza e tracciano la traiettoria del loro futuro sviluppo. L’assemblea dei Verdi della settimana scorsa segna con tutta probabilità la fine della parabola del movimento verde voluto da Alexander Langer negli anni 80. I Verdi nascevano con l’obiettivo di rendere la società sudtirolese più democratica, superando le famose gabbie etniche e le linee di confine che separavano il mondo tedesco da quello italiano. Era una visione che si basava su un’idea di sostenibilità non solo ambientale ma anche politica e umana del vivere civile e sociale. Dopo la morte del fondatore del movimento i Verdi si sono barcamenati con alterne fortune.

Chi sono i Verdi oggi è difficile dire. La linea della governabilità promossa dai consiglieri provinciali ha dato qualche frutto in termini di occupazione di poltrone. Ma i temi distintivi del movimento sono quasi completamente scomparsi dal dibattito. Nelle ultime legislature bolzanine si ricorda della partecipazione dei Verdi un accorato sostegno alla costruzione dell’inceneritore da parte dell’ex assessora Trincanato, un enfatico progetto di sviluppo culturale della città che non ha mai visto la luce e forse un paio di proposte di introduzione di menu biologici nel menu di dipendenti comunali e partecipanti alle sedute consiliari.

Ora di fronte a un sindaco e una maggioranza contraddittori e debolissimi i Verdi han deciso di continuare l’esperienza di sostegno al governo bolzanino dopo avere tenuto la città per mesi ferma e avere trascorso le ferie agostane al pensare al da farsi, mentre il sindaco trattava materie delicate di urbanistica come lo scambio dei terreni del Virgolo con quelli di Via Alto Adige senza che nessuno alzasse mano per chiedere spiegazioni. La nuova frontiera del compromesso è l’impegno a non riproporre il progetto Benko al voto del consiglio.

Ma il futuro di una città non si costruisce attorno all’ostruzionismo a un singolo progetto ma con una visione omogenea di città e di bene comune. E per fare questo Bolzano ha bisogno di affrontare di petto questioni come lo strapotere delle lobbies immobiliari, la gestione dei quartieri periferici, il rapporto tra gruppi linguistici orientato non a un ottuso quieto vivere ma alla costruzione di un immaginario culturale diverso da quello dominante. Di tutto questo nelle dichiarazioni dei nuovi paladini della governabilità non c’è drammaticamente traccia. E non potrà esserci perché i rapporti di forza interno alla coalizione governativa, i sistemi di interesse discordanti e l’opacità della figura del sindaco non consentiranno di affrontarli.

Non ci sono grandi opportunità in questa futura nuova coalizione ma solo la triste drammatica garanzia di altri quattro anni e mezzo di immobilismo politico e culturale e di una politica che serve ai grandi burattinai della città che stanno decidendo la programmazione di Bolzano sulla testa dei cittadini. Cosa augurare allora a questi simpatici alternativi da salotto? Buona fortuna. Se ogni tanto avete occasione andate a rileggervi gli scritti di Langer. I viaggiatori leggeri sono consapevoli che il loro compito è tracciare una linea di un futuro migliore.

Luca Fazzi