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Perchè ricordare solo i caduti austrungarici è stato un miserevole errore

13 Agosto 2015

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Perchè ricordare solo i caduti austrungarici è stato un miserevole errore

Vorrei spiegare perché il sindaco di Bolzano Luigi Spagnolli sbaglia, e sbaglia per l’ennesima volta, a mostrarsi con gli Schützen sul luogo in cui è stata eretta una stele in memoria solo dei caduti austrungarici sulla linea del fronte della prima guerra mondiale.

Non mischiamo la propaganda e la retorica con la verità, per favore. Nessuno di noi è in cuor suo ostile a forme di onore tributato alle vittime delle guerre, qualunque guerra sia. Figurarsi quella che oltre a proporre tutti gli orrori noti ha visto contrapposti anche famiglie intere e fratelli, come è accaduto nella Prima guerra mondiale, con Italiani in divisa diversa sul medesimo fronte, ma dal lato opposto.

Quindi non ci vengano a dire che lo ha fatto per semplice antipatia chi si è opposto con sdegno e tristezza alla macabra rievocazione degli Schützen (una organizzazione che ormai si dedica con costanza cinica ad una pietosa opera di rievocazione di defunti di ogni epoca, dagli hoferiani dell’800 ai Kaiserjaeger del primo ‘900, ai terroristi del secondo ‘900 con una meticolosità feticista inquietante).

Antipatico e finanche odioso al contrario è chi nel 2015 celebra ancora solo i caduti di un fronte innalzando ad essi monumenti e steli senza dedicare a chi ha combattuto sull’altro fronte un ricordo, se non solo formale, quasi infastidito.

Chi come il sindaco Spagnolli non ha indossato la fascia tricolore ma il solo medaglione della Regione per mostrarsi gonfio del suo orgoglio a fianco degli Schützen che usano nelle loro parate i Mauser K98 (i fucili della Wehrmacht, sic) in fondo di fronte a se stesso, se non agli altri, ha negato plasticamente allo stesso Tricolore il valore unificante che ha nello spirito della Costituzione repubblicana sulla quale ha giurato. E ha dato ragione a chi ritiene che al di là di quella linea oggi martellata da funebri steli di memoria per i soli Kaiserjaeger sono caduti nemici, nemici ed occupatori ancora oggi, come la più ampia letteratura della pubblicisitica degli Schützen ci insegna, e non soldati.

Ecco perché il sindaco Spagnolli nella macabra messa in scena in alta montagna ha sbagliato. Perché ha scelto solo una parte, la parte sbagliata di chi mai allestirebbe una cerimonia per ricordare i Fanti e gli Alpini, perché li ritiene ancora nemici. E infatti gli Schützen l’omaggio ai Fanti ed agli Alpini non solo non lo hanno mai fatto e voluto ma anzi ritengono una provocazione la semplice esistenza dei luoghi che li ricordano, in Alto Adige, come gli Ossari di Burgusio, San Candido, Prato Isarco ed il monumento agli Alpini di Brunico.

Ripercorriamo questi ultimi mesi, per capire la regia propagandistica in atto: prima le cerimonie sul fronte orientale, in Galizia (Polonia) dove la memoria dei tre governatori di Bolzano, Trento e Innsbruck è andata solo ai caduti austrungarici, poi la pagliacciata disonorevole sui monti sul fronte meridionale, quello italiano, dove si sono elevate steli solo a ricordare i caduti fedeli all’Imperatore impiccatore Franz Joseph. Gli eroi irredenti e il milite ignoto abbassano lo sguardo. Cerchiamo noi di dare loro la parola e restituire loro la dignità. Ho chiesto con interrogazione in Regione quando saranno allestiti momenti di ricordo e memoria dei caduti per l’Unità nazionale, quelli sinora dimenticati. Non per dare loro una maggiore dignità, ma almeno la medesima dignità dei soli caduti per i quali le autorità sinora si sono spese con ampie risorse. Quelli con divisa austrungarica.

Nei giorni scorsi ero a Borgo Valsugana. Una targa minuscola ricorda i cittadini austriaci di Borgo che superate le linee con l’Italia si arruolarono nell’Esercito Italiano per liberare il Trentino Alto Adige e fare l’Italia unita. Per essa caddero (in allegato la stele che li ricorda dal 1920, quando il fascismo ancora non c’era per rassicurare i soliti per i quali tutto ciò che è Italiano è anche fascista, nella nostra Regione).

A questi uomini la stele eretta poco lontano, sui monti sopra Strigno, dagli Schützen e dal beato sindaco di Bolzano senza fascia Tricolore, non era dedicata. Forse qualche riflessione tutto questo dovrebbe provocarla.

Alessandro Urzì

Consigliere regionale