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Lega Nord, “La deposizione delle croci è un atto di ricordo, di pietà e misericordia cristiana nei confronti dei caduti su quei fronti montani”

8 Agosto 2015

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Lega Nord, “La deposizione delle croci è un atto di ricordo, di pietà e misericordia cristiana nei confronti dei caduti su quei fronti montani”

In seguito alla presa di posizione da parte di alcuni esponenti politici riguardo la deposizione lungo il confine storico Austro-Ungarico di croci commemorative dei caduti tra le fila dei Tiroler Standschützen da parte delle Schützenkompanien del Sudtirolo, ci preme ricordare come Lega Nord Alto Adige – Südtirol, che come al solito siamo davanti all’ennesima diatriba impostata sull’odio etnico tra i gruppi linguistici della nostra Terra.

Nel centenario dell’inizio della Prima Guerra Mondiale, sentire, da chi dovrebbe onorare i caduti di una terribile guerra che ha decimato il continente europeo, parlare di “argomentazioni di bassissimo profilo storico culturale” ci lascia francamente basiti, scrive il Capogruppo della Lega Nord presso il Consiglio Comunale di Bolzano, Carlo Vettori.

La deposizione delle croci (benedette il 18 aprile 2015 in piazza Walther a Bolzano) è un atto di ricordo, di pietà e misericordia cristiana nei confronti dei caduti su quei fronti montani.

A chi fa una sterile quanto inutile polemica sul fatto che, una popolazione che ha combattuto e vissuto la prima guerra mondiale dalla parte austroungarica, per poi venire annessa allo stato Italiano, vogliamo ricordare i propri morti, consigliamo di andare a rileggersi i vari libri di storia e magari di intercedere presso le autorità competenti, al fine di predisporre allo stesso modo delle commemorazioni in onore dei caduti – continua Vettori – ricordando che lo Stato italiano ad oggi con poca sensibilità di fronte all’orrore della Guerra, ha solo festeggiato con tanto di bandiere l’ingresso dell’Italia nel primo conflitto mondiale.

A nostro avviso sarebbe da prendere esempio dagli Schützen e commemorare i caduti andando oltre alle divise, alle bandiere ed ai confini.
Quelle croci sui monti devono ricordare le radici cristiane della nostra cultura, ed in quelle croci in quanto simbolo di pace si devono rivedere i nostri avi che hanno versato il loro sangue in una delle più assurde guerre dello scorso secolo – conclude Vettori nel comunicato.