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Käthe Kollwitz, l’artista che seppe dare voce agli “ultimi”

6 Agosto 2015

Käthe Kollwitz, l’artista che seppe dare voce agli “ultimi”

Pensando alla storia dell’arte difficilmente ci vengono in mente grandi personaggi femminili, come se non fossero esistiti. Eppure ci sono state delle grandi artiste anche nel passato, non solo oggi. Purtroppo un tempo per le donne è stato ancora più difficile trovare il giusto riconoscimento, in particolare nel campo artistico, che sembrava essere riservato unicamente ai maschi. Quando penso a delle grandi esponenti dell’arte figurativa, mi viene in mente Käthe Schmidt Kollwitz, una scultrice, pittrice e grafica tedesca nata a Königsberg l’8 luglio 1867 e morta a Moritzburg il 22 aprile 1945. Questa straordinaria artista, nata nella Prussia ottocentesca dove vive fino al 1885, nasce con il cognome Schmidt. Già all’età di 15 anni inizia ad apprendere i primi rudimenti artistici dall’incisore di rame Rudolf Maurer e dal pittore Gustav Naujok. In quegli anni disegna operai, marinai e contadini che vede dall’ufficio del padre. Decisa a studiare seriamente e ad intraprendere gli studi d’arte, si trasferisce a Berlino per frequentare la scuola d’arte femminile. Lì studia con Karl Stauffer-Bern, amico dell’artista eclettico Max Klinger. A 27 anni si fidanza con uno studente di medicina, Karl Kollwitz e nel 1888 passa a studiare alla scuola d’arte femminile di Monaco. Dopo il matrimonio con Karl nel 1891 si sposta nuovamente a Berlino, nella casa, dove resterà fino ai bombardamenti del 1943. Nonostante il rapporto con l’arte per Käthe sia molto intenso, tanto da occupare molte delle sue energie, diventa madre di due figli, Hans e Peter. Il primo nato nel 1892 e il secondo nel 1896 ed è proprio in quel periodo che dopo aver visto l’evento teatrale più clamoroso dell’epoca, “I tessitori” di Gerhard Hauptmann, produce un ciclo di 3 litografie e 3 dipinti particolarmente importanti. Le litografie “Povertà”, “Morte” e “Cospirazione” nate grazie all’ispirazione di Hauptmann, sono di un’intensità inesprimibile. Altresì i 3 dipinti, “Marcia dei tessitori”, “Rivolta” e “La fine” che probabilmente possono essere compresi nella loro essenza solo dopo aver capito l’oppressione dei tessitori della Slesia e il tentativo di rivolta fallito del 1842. Successivamente, dal 1902 al 1908 la grande artista si dedica ancora all’arte grafica e produce delle litografie stupende, tematizzando la Guerra dei contadini, riferita all’evento storico omonimo avvenuto nel sud della Germania, nei primi anni della riforma protestante a partire dal 1525. Sicuramente Käthe è stata influenzata dal background culturale della famiglia, essendo stati, suo padre e suo nonno, impegnati politicamente nelle fila della borghesia progressista e suo fratello redattore del giornale “Vorwärts”, organo del partito socialdemocratico tedesco. All’inizio del 1900 visita anche l’Académie Julian di Parigi, dove impara l’arte della scultura e con una delle litografie del ciclo “Scoppio” vince il premio “Villa Romana”, grazie al quale si potrà permettere un anno di permanenza in uno studio di Firenze. Dopo la caduta in guerra del figlio Peter nell’ottobre 1914 cade in depressione. Colpita profondamente dalle atrocità della Grande Guerra progetta per Peter e i suoi compagni morti un memoriale scultoreo, distruggendone una bozza nel 1919. Solo nel 1925 riprende il lavoro del memoriale, “I genitori morti”, terminato nel 1932, che sarà prima posto nel cimitero di Roggevelde in Belgio e in seguito spostato nella vicina Vladslo, al locale cimitero di guerra tedesco assieme allo spostamento della tomba del fratello. Al compimento del suo cinquantesimo compleanno nel 1917, la galleria del collezionista tedesco Paul Cassirer, noto in particolare per aver sostenuto le opere degli artisti della “Berliner Secession”, nonché di Van Gogh e Cèzanne, espone 150 dei suoi dipinti. Con il suo “Memoriale a Karl Liebknecht” (uno dei fondatori della Lega Spartachista – un movimento rivoluzionario socialista organizzato in Germania durante gli anni politicamente esplosivi della prima guerra mondiale), nonché la sua adesione all’associazione ”Arbeitsrat für Kunst” pochi anni dopo la fine del primo conflitto mondiale, Käthe Kollwitz esprime le sue idee politiche socialiste maggiori. Farà anche parte del movimento artistico “Secessione di Berlino”, un gruppo di giovani artisti e architetti che alla fine del diciannovesimo secolo si dissociarono dagli stili ufficiali delle accademie d’arte. Affascinata dall’arte di Ernst Barlach, uno scultore e scrittore tedesco appartenente al movimento espressionista, e dopo aver visitato una mostra di xilografie dello stesso nel 1926, completa il memoriale per Liebknecht e produce circa 30 xilografie nello stesso anno. Con l’ascesa della politica nazista nel 1933 Käthe subisce forti attacchi per via delle sue idee politiche e solamente grazie alla sua fama internazionale riuscirà a sfuggire alla deportazione in un campo di concentramento. Resta a Berlino fino al 1943 e in seguito si trasferisce prima a Nordhausen e poi a Moritzburg nei pressi di Dresda, dove muore due settimane prima della resa dei tedeschi il 9 maggio 1945. Käthe Kollwitz come pochi altri grandi esponenti della storia dell’arte ha saputo rappresentare le condizioni umane degli “ultimi” del proprio tempo, forse anche grazie allo spirito socialista che l’ha contraddistinta.

Giornalista pubblicista, scrittore.