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Enrico Lillo, “la questione non è tanto quella di sostenere oppure no una giunta Spagnolli, quanto l’assumersi la responsabilità in ogni caso delle proprie scelte”

21 Giugno 2015

Enrico Lillo, “la questione non è tanto quella di sostenere oppure no una giunta Spagnolli, quanto l’assumersi la responsabilità in ogni caso delle proprie scelte”

Enrico Lillo, 54 anni, vive a Bolzano dal 1982 ed è un militare in servizio attivo nel Corpo degli Alpini, oltre che consigliere comunale per FI a Bolzano e coordinatore regionale dello stesso partito dal febbraio 2014. Abbiamo contattato il dott. Lillo per intervistarlo sul programma di FI, nonché sull’eventualità di un ritorno alle urne in autunno.

Consigliere, Lei ha sostenuto il candidato sindaco Alessandro Urzì. Come Lei sa l’attuale sindaco è alla disperata ricerca di un sostegno da parte del centro moderato, piuttosto che di altri consiglieri. Non possono essere leghisti, poiché il PD è contrario. Lei è noto come un moderato, benché in FI. Lei sarebbe disposto a sostenere una giunta di centro-sinistra?

La questione non è tanto quella di sostenere oppure no una giunta Spagnolli, quanto l’assumersi la responsabilità in ogni caso delle proprie scelte. Se Spagnolli non riuscirà ad avere una maggioranza a sostegno della sua giunta si andrà a votare in autunno, nel frattempo la città commissariata rimarrà ferma potendo contare solo sulla ordinaria amministrazione nei poteri del Commissario. Le nuove elezioni autunnali comunque non potrebbero garantire una possibile governabilità ad un centro destra vincente (sempre che vinca), perché come sappiamo la legge elettorale regionale che regola le elezioni nella provincia di Bolzano non prevede il premio di maggioranza a chi vince nei ballottaggi, anzi credo che per il centro destra sarebbe anche più complicato, non potendo contare su un appoggio della SVP, che sappiamo molto restia ad alleanze con partiti o movimenti di destra o peggio ancora di destra estrema. Quindi una nostra disponibilità (parlo al plurale in quanto la decisione non sarebbe solo mia) ad un appoggio alla Giunta di Spagnolli sarebbe possibile solo se il nostro elettorato ne trarrebbe vantaggio e questo può accadere solo se si può essere incisivi e decisivi nelle scelte di una possibile maggioranza che ci veda impegnati nel governo di questa città e, come punto di riferimento di quell’elettorato moderato che da sempre si vede escluso da ogni possibile rappresentatività.

Mi parli del programma che Lei ha sostenuto in campagna elettorale. Sarebbe compatibile con le pretese di Margheri e Gallo?

Ho letto il programma che in questi giorni il sindaco Spagnolli ha limato e rimodulato, abbiamo diversi punti in comune: la necessità di diminuire la pressione fiscale, quella di sburocratizzare la macchina comunale, quella di sostenere la famiglia (che per noi è quella naturale) e le imprese, quella di rivedere i regolamenti dei servizi sociali, quella di far ripartire le opere pubbliche importanti quali la galleria della SS12 o quella sotto il Monte Tondo. Inoltre la necessità di assicurare alla cittadinanza più sicurezza adottando tutta una serie di misure, alcune delle quali proposte anche nel programma di Spagnolli, come l’utilizzo più mirato del Corpo della Polizia Municipale, nonché l’areale ferroviario e la riqualificazione di quei quartieri dove il degrado è pesantemente presente. Tutto questo passando da una rimodulazione degli accordi in seno al Consorzio dei Comuni che deve riconoscere alla città capoluogo tale importanza e quindi essere considerata di conseguenza quando si tratta di distribuire i finanziamenti pubblici. Insomma ci sono molte  cose da fare. Si tratterebbe di dare delle priorità sulle quali magari ci potrebbero essere delle opinioni differenti, ma se c’è la volontà di lavorare per la città queste differenze si supererebbero facilmente.

Di cosa avrebbe bisogno Bolzano per cambiare veramente?  

Bolzano per cambiare ha bisogno di una squadra che si muove all’unisono. Uso una metafora militare: “una squadra che deve affrontare una missione pericolosa, si prepara, si addestra, ripete la lezione all’infinito in modo tale che quando si parte, tutti sanno cosa fare e come farlo senza alcuna esitazione, perché le esitazioni di uno solo dei componenti della squadra possono mettere a repentaglio la propria incolumità e quella degli altri membri, consapevoli di avere un supporto adeguato nelle retrovie e una preparazione in grado di affrontare qualsiasi imprevisto”. Questo per dire che occorre fissare gli obiettivi, e correre tutti insieme per raggiungerli, nella consapevolezza che l’obiettivo (dare alla città un’adeguata quanto necessaria buona amministrazione) è un dovere di ognuno, che prevale rispetto alle ambizioni personali, e che si può raggiungere solo se c’è un lavoro di squadra (giunta/maggioranza) che viene seguito senza incertezze (personalismi partitici).

Francamente, torneremo a votare in autunno?

Francamente credo che non torneremo a votare in autunno, lo sanno bene un po’ tutti, anche quelli che sperano che invece ciò accada. Lo sappiamo perché in coscienza tutti siamo consapevoli che comunque i cittadini sono stufi di tutta questa giostra di votazioni e contro-votazioni, così come tutti sanno che se si andasse a votare con la stessa legge elettorale, i votanti sarebbero sempre meno. Naturalmente il futuro è molto difficile da poter indovinare!

Giornalista pubblicista, scrittore.