Prima di andare a votare leggete qualcosa sulla storia delle emigrazioni
Quando andate a comperare una macchina o una lavatrice prima di farlo vi documentate sui modelli, le caratteristiche ed i costi. E si parte giustamente dal presupposto di non dare ascolto ai consigli di parte. Per le scelte politiche invece regna in gran parte una superficiale ignoranza, spesso accompagnata da tanta presunzione. Lo dimostra l’elenco di candidati incolti ed incapaci che magari non hanno mai letto pressoché nulla ma sono guidati da populismi e sfacciate quanto anacronistiche demagogie. È cosi che si diffondono i preconcetti piu’ assurdi, le guerre di religione, le difese di valori !
Spesso i difensori dei valori sono quelli che per primi se ne strafottono ma sono poi pronti a dettare agli altri le regole. Cosi per i valori cristiani sostenuti dagli xenofobi, per chi ottusamente parla in nome della famiglia tradizionale, per chi non ammette rapporti in qualche maniera diversi da quelli cui è stato indottrinato. Tutte battaglie di retroguardia che dimostrano nessuna capacità di ammettere forme di pensiero differenti. Naturalmente c’è sempre qualche forza politica pronta ad ergersi paladina per acquisire consensi.
Pare banale dirlo ma per avere un’idea bisogna prima averne considerate molte di altri ed essere documentati. Diverse decine di testi di storia, politica, economia ad esempio io li ho letti ma non avrei il coraggio di candidarmi perché non mi ritengo sufficientemente preparato. Vedo invece che la vanagloria ed un insulso desiderio di protagonismo di molti dominano. Conosco personalmente diverse decine di persone ora candidate un po’ in tutte le liste e, proprio perché le conosco, non affiderei loro neanche la gestione di un vespasiano. Figurarsi la Res Publica, quella cosa comune per la quale tanti hanno lottato e si sono sacrificati, spesso inutilmente. Quelli che oggi disprezzano la politica, arte sublime, (confondendola con la bottega), sono gli stessi che la hanno portata in questo merdaio dove conta chi urla di più.
Ho creduto erroneamente che la cosiddetta ‘società civile’ in politica fosse un importante passo avanti ma non è cosi; abbiamo spesso affidato le istituzioni agli avventori del Bar Sport e diversi esponenti di rilievo sono ormai indistinguibili dalle parodie di Crozza. Il tema immigrazione sembra ora dominante, quale fosse il massimo problema con il quale dobbiamo confrontarci. Ma non è cosi, è una balla colossale. Il nostro problema più grande è la nostra incapacità. Molto più grave è il degrado culturale che quello dei giardini della Stazione. Questo non significa che non si debbano ricercare soluzioni anche a queste problematiche ma non sono certo il primo tema da mettere in agenda. Basta documentarsi e magari provare un po’ di vergogna per quello che si pensa o si dice.
Un esempio ci viene perfino dalla tanto vituperata America, il paese delle grandi contraddizioni, ma la cui storia è fatta d’immigrazione e di diversità. Gli Stati Uniti hanno accolto più immigrati di qualsiasi altro Paese nel mondo, in tutto più di cinquanta milioni, ed anche ora accettano circa 700 mila nuove persone ogni anno. Anche lì molti nativi americani hanno già in passato cominciato a preoccuparsi, perché il paese a loro parere stava accogliendo troppi immigranti. Alcuni cittadini hanno temuto che la loro cultura fosse minacciata o che avrebbero perso il lavoro a causa dei nuovi venuti che accettavano stipendi più bassi. Ma limiti dell’Immigration Act, leggi razziali e barriere ai confini non sono serviti pressoché a nulla.
La storia ha invece dimostrato che la ricchezza e la capacità di rigenerazione di quel paese paradossalmente è venuta proprio dall’immigrazione. Se si provasse a rivoltare il tema, come si dice ‘guardare l’erba dalla parte delle radici’ e considerarla un’opportunità ed un modo per crescere? Questa sarebbe una vera e coraggiosa rivoluzione. Ma l’Isis, le moschee, la diversità, la sicurezza urbana ed il kebab non hanno niente a che fare con tutto ciò.
E se si invertisse il fenomeno? Che penserebbero allora i benpensanti che sparano slogan? Qualche sera fa un servizio tv mostrava i cambiamenti avvenuti in Albania, dove parti la prima ‘orda’ verso l’Italia e come Tirana sia ora divenuta una metropoli moderna. Molti giovani italiani sono andati lì e vi hanno trovato lavoro. Se gli italiani si ritrovassero, come in passato, a dover percorrere in senso inverso quella strada di migrazione ?
Tutto quello che ogni fenomeno migratorio ha comportato e comporta ha una soluzione: se la classe politica non è in grado di trovarla, questo e solo questo è il vero problema. Chiudere le porte è chiudere anche la mente, se mai fu aperta. Tranquilli io non mi candido.
Alessio Oss Emer