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Bonino, candidata ideale come Senatrice a vita

1 Marzo 2015

Bonino, candidata ideale come Senatrice a vita

In Italia ci si lamenta spesso dell’assenza di donne competenti in Politica, quasi come se l’Italia non avesse donne capaci. Beh, non è proprio così e una donna in particolare lo dimostra tuttora, Emma Bonino. Da decenni Emma Bonino è attiva sulla scena politica italiana dando lustro alle nostre donne capaci e volonterose di spendersi per il bene comune senza risparmiarsi mai. Nonostante il tumore di cui è afflitta da qualche tempo,Emma non demorde e continua a lottare per i diritti umani e per i più deboli come ha sempre fatto da quando ha iniziato a fare politica nel 1975. Già, lei che è una delle figure più importanti del radicalismo liberale italiano dell’età repubblicana il prossimo 9 marzo compierà 67 anni. È stata ministro degli affari esteri della Repubblica Italiana nel Governo Letta, dall’aprile 2013 al febbraio 2014, carica poi non rinnovata da Matteo Renzi. Chissà perché? Eppure Emma Bonino avrebbe avuto tutte le carte in regola per portare avanti i suoi compiti come ministro degli esteri soprattutto adesso la sua grande esperienza potrebbe essere più che utile. Evidentemente l’esperienza non conta più come un tempo. Spesso la sua umiltà rischia di trasmetterci un quadro diverso della realtà, ma chi conosce il percorso professionale e politico di Emma Bonino non può fare altro che porsi di fronte a lei con rispetto e gratitudine. Emma, dopo essere stata eletta ancora negli anni settanta e ottanta dello scorso secolo per diverse legislature deputata alla Camera e al Parlamento Europeo, dal 1995 al 1999 ha ricoperto la carica di commissario europeo e nel 2006 quella di ministro per il commercio internazionale e per le politiche europee nel secondo Governo Prodi. In seguito dal 6 maggio 2008 al 15 marzo 2013 è stata vicepresidente del Senato, ha ricoperto importanti cariche nel Partito Radicale ed è stata membro del comitato esecutivo dell’international Crisis Group, nonché ideatrice e promotrice della Corte Penale Internazionale, oltre che professoressa emerita all’università Americana del Cairo. Sempre fortemente impegnata per i diritti umani, è stata delegata per l’Italia all’Onu per la moratoria sulla pena di morte e fondatrice dell’organizzazione internazionale di Non C’è Pace Senza Giustizia per l’abolizione delle mutilazioni femminili. Nel 2011 la rivista statunitense Newsweek inserì lei come unica donna nell’elenco delle “150 donne che muovono il mondo”. Solo questo basterebbe per conferirle una laurea honoris causa, considerando che in Italia l’hanno ricevuta personaggi molto meno meritevoli. Ma forse la nostra società non ha ancora fatto quel salto di qualità per riconoscere una parità tra i due sessi che non sia unicamente formale. Certo, anche io non sono d’accordo con tutte le battaglie promosse da Emma e dai Radicali, ma la secondogenita di Filippo Bonino e Catterina Barge, laureatasi alla Bocconi nel 1972 in Lingue e letteratura moderna, ha una marcia in più e per l’Italia ha fatto tanto. Molti ricorderanno il 1976, l’anno in cui il Partito Radicale si presentò per la prima volta alle elezioni politiche con Emma Bonino capolista in varie circoscrizioni che poi fu eletta a soli 28 anni assieme al grande amico Marco Pannela, Mauro Mellini e Adele Faccio. L’umiltà di Emma Bonino è contraddistinta da tante azioni, emblematica la sua lettera di scuse rivolta al Presidente Leone che nel 1978 a seguito delle rivelazioni di un’inchiesta giornalistica clamorosa fu costretto alle dimissioni perché gravemente sospetto di corruzione. Benché Emma fosse una delle principali collaboratrici di tale campagna, in seguito tornando sui propri passi nel 1998 si scusò con il Presidente emerito per le accuse mosse nei suoi confronti in quegli anni. Anche a livello internazionale la nostra Emma è conosciutissima e molto stimata. Nel 1979 è eletta nel Parlamento Europeo e tra  il 1980 e il 1981, oltre a promuovere diverse campagne per i referendum e per i diritti civili nell’Europa dell’Est, inizia ad impegnarsi per l’istituzione di una Corte penale Internazionale, oggi finalmente arrivata al suo compimento. Senza demordere mai nel 1981 promuove un appello contro lo sterminio per la fame, contribuendo a fondare l’associazione Food and Disarmement International. In tale anno incontra Sua Santità Papa Giovanni Paolo II e illustra in Vaticano le iniziative per combattere la fame. Contro la dittatura comunista nel gennaio 1987 si reca a Varsavia e manifesta in favore di Solidarnosc contro il generale Jaruzelski, dove viene arrestata ed espulsa dalla Polonia. Divenuta presidente del Partito Radicale Transnazionale nel 1989, ricopre tale carica fino al 1993 e nel novembre 1990 si fa arrestare a New York, distribuendo siringhe sterili per denunciare la legge degli USA che richiede la prescrizione medica per la vendita di siringhe. Nel 1991 è la prima firmataria di una mozione che impegna il governo a impedire la proliferazione delle armi non convenzionali e in particolare delle mine antiuomo. Mozione approvata dalla Camera dei deputati. Incontrando il Dalai Lama nel 1991, anno in cui diventa presidente del Partito Radicale, assieme a lui tiene una conferenza stampa per il lancio di una mobilitazione per i diritti e la libertà del popolo tibetano e per la democrazia della Cina. Nel 1994 Emma Bonino viene eletta per il Polo delle Libertà nel Veneto e nello stesso anno entra a far parte del gruppo parlamentare di Forza Italia. L’anno successivo il primo governo Berlusconi la indica come Commissaria Europea. Così assunse i portafogli della politica dei consumatori, della politica della pesca e dell’Ufficio Europeo per l’Aiuto Umanitario d’Urgenza. Lo stesso anno, due giorni dopo la nomina è il primo commissario europeo a partire per l’ex Jugoslavia. In seguito denunciò pubblicamente l’impotenza dell’Europa e il disinteresse dell’ONU dinanzi al protrarsi del conflitto e all’allargarsi della “pulizia etnica”. Coraggiosa fino in fondo nel 1997 si reca nel Kurdistan iracheno, paese allora colpito dalle sanzioni economiche, e in Afghanistan per denunciare il regime dei Talebani dove viene arrestata e trattenuta in carcere per alcune ore dalla “milizia per la repressione del vizio e la promozione della virtù” assieme alla propria delegazione. Tornata a occuparsi di politica nazionale dopo un decennio trascorso con posizioni inizialmente vicine alla Casa delle Libertà, benché con molti distinguo e in seguito di opposizioni a entrambi i poli, alle Elezioni  politiche del 2006 si presenta con la lista della Rosa nel pugno, Radicali Italiani e Socialisti Democratici Italiani di Enrico Boselli. Purtroppo il partito ottenne un deludente 2,6 % e così furono eletti solo 18 parlamentari, tra cui Emma Bonino, che rientrò nel Parlamento Italiano dopo 12 anni, dimettendosi da quello europeo. Nello stesso anno alle elezioni amministrative Emma Bonino candida come capolista della Rosa nel Pugno a Roma nella coalizione che sosteneva Walter Veltroni. E sì, una donna geniale le cui azioni in campo politico e per i diritti umani non possono essere tutte elencate in un articolo, senza essere  superficiali. Nel frattempo Emma Bonino, che da anni vive a Roma, il 12 gennaio 2015 dai microfoni di Radio Radicale ha annunciato di avere un tumore al polmone sinistro che la costringerà a un lungo ciclo di chemioterapia. Tuttavia Emma non ha intenzione di abbandonare la politica e difatti ogni giorno lavora sodo come recentemente ha raccontato alla trasmissione Ballarò. La professoressa Bonino che oltre alla politica e l’attività accademica ha curato diverse pubblicazioni come “Pensionata sarà lei – Le donne, la parità e la crisi economica” (Rubettino editore, marzo 2009) o “Alfabeto Bonino” (Bompiani editore, marzo 2010), ha avuto una miriade di riconoscimenti e onorificenze importanti. È Grande ufficiale dell’Ordine del Leone, per il suo contributo all’indipendenza della Croazia e per la sua promozione della democrazia ha ricevuto un riconoscimento ufficiale dall’Ordine del duca Branmir, è Commendatore della Legion d’Onore, nel 2003 riceve il Premio Presidente della Repubblica per il suo impegno nella promozione dei diritti umani e civili nel mondo, nel 2013 il Premio America della Fondazione Italia USA e tanti altri. Un’italiana come poche e se il nostro Presidente della Repubblica Sergio Mattarella dovesse pensare di conferire a qualche importante personalità italiana il titolo di senatore a vita per meriti della Repubblica, molto prima di tanti altri Emma Bonino si meriterebbe tale riconoscimento. Se c’è una cittadina emerita che dovrebbe stare in Senato a vita, allora è lei che fin da ragazza lotta per i diritti di tutti, senza mollare mai. Viva Emma Bonino!

 

 

 

Giornalista pubblicista, scrittore.