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Il maestro vale per l’esempio che sa dare

2 Febbraio 2015

Il maestro vale per l’esempio che sa dare

Chi non ricorda il romanzo Cuore di Edmondo de Amicis? Quel maestro Perboni autorevole e affettuoso pronto a insegnare ai suoi ragazzi della terza elementare tutto ciò che serve? Certo, un ambiente diverso in cui la patria, l’onestà, l’odio verso l’imbroglio e il coraggio erano valori fondamentali. Oggigiorno gli insegnati invece si trovano a gestire situazioni scolastiche ben diverse. Forse non a caso secondo il quotidiano britannico “ The Guardian” un professore su quattro sarebbe tentato di lasciare la professione perché la scolaresca è troppo indisciplinata. Sembra che nel Regno Unito i docenti si sentano poco apprezzati dall’opinione pubblica e non all’altezza di tener testa ai giovani. Difatti in Inghilterra non si è rimasti indifferenti di fronte al problema che non sembra essere solo un allarmismo di pochi professori. Alcuni anni fa il governo inglese ha lanciato una campagna volta ad aumentare i docenti preparati, ciononostante sembra che sia aumentato anche il numero degli insoddisfatti. Già in fase di tirocinio molti considerano la possibilità di lasciar stare per fare altro. Perché mai? Le ragioni sono diverse, ma in primis sembra che l’insegnamento sia troppo faticoso e molto più stancante del previsto. Effettivamente è meglio scoprirlo in tempo per cambiare finché si è giovani. A sessant’anni ha ben poco senso cambiare mestiere, anche se non bisogna mai dire mai. In ogni caso l’insegnamento è una professione, anzi una vocazione. Non basta essere preparati! Bisogna amare il proprio lavoro e soprattutto voler bene alle persone. Un insegnante è un educatore e così forse sarebbe bene far mente locale e ispirarsi alle parole di Søren Kierkegaard: “Ciò che l’insegnante è, è più importante di ciò che insegna.”

Giornalista pubblicista, scrittore.