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È l’Onu che deve fronteggiare la violenza dell’Isis

17 Febbraio 2015

È l’Onu che deve fronteggiare la violenza dell’Isis

Il governo egiziano ha reagito con determinazione alla brutale uccisione dei propri connazionali cristiani copti da parte degli jihadisti dell’Isis in Libia. Infatti, già l’altra notte gli egiziani hanno iniziato con un’operazione di bombardamento su basi dell’Isis che sta continuando a Derna, la roccaforte islamista. Il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi, forse molto più addentrato di noi nelle peculiarità del mondo arabo, ha chiesto al Consiglio di sicurezza dell’Onu una risoluzione che autorizzi un intervento internazionale. In attesa che l’Onu decida, la situazione in Libia pare essere drammatica, come in altre zone coinvolte dal fenomeno Isis dove la situazione è altrettanto preoccupante. Notizie recenti pubblicate sui vari giornali online informano dell’assassinio di quarantacinque uomini. Sembra che le vittime siano state arse vive dai jihadisti in Iraq ad al-Baghdadi, a soli 8 km dalla base aerea di Ain Al-Asad nella parte occidentale del Paese. Notizie tutt’altro che confortanti per l’Italia, anche perché tra i due Stati, Italia e Libia, vi sono da decenni importanti legami economici. Senza parlare dell’aspetto umanitario che è a dir poco drammatico. Ciò che sta accadendo riguarda tutta l’umanità e non si può rimanere indifferenti di fronte a certe barbarie. Ora c’è da sperare che il Consiglio di Sicurezza intraprenda i passi necessari contro questi criminali. Certo, pretendere che l’Italia parta in quarta contro la Libia non è molto ponderato. Consapevolezza che il governo italiano dimostra di avere, senza per questo sottrarsi dalle proprie responsabilità. Difatti oggi in una riunione tra il Presidente del Consiglio Matteo Renzi con i ministri Paolo Gentiloni, Angelino Alfano, Roberta Pinotti e il Sottosegretario alla difesa Marco Minniti è stato ribadito l’impegno dell’Italia per una decisa azione diplomatica in ambito Onu, nonché il sostegno a un’iniziativa urgente al Consiglio di Sicurezza per promuovere la stabilità in Libia. Che dire, solamente se riusciremo ad unire le forze democratiche qui e nel Medio Oriente potremo combattere seriamente il terrorismo islamico, senza creare ulteriori vuoti di potere che purtroppo hanno spianato la strada ai mostri o jihadisti di turno.

Giornalista pubblicista, scrittore.