Niente da fare, la Corte Costituzionale ha dichiarato inammissibile la richiesta di referendum abrogativo della Lega Nord circa l’articolo 24 del decreto legge n. 201 del 6 dicembre 2011, poi convertito in legge 22 dicembre 2011, n. 214, conosciuto come legge Fornero. Per ora non si conoscono le motivazioni, anche perché l’Alta Corte deve ancora depositarle. Non l’hanno presa assolutamente bene gli esponenti politici della Lega, tanto è vero che secondo i media, Matteo Salvini in un intervento a Radio Padania avrebbe sottolineato che si tratterebbe di un’infamata nei confronti di milioni di italiani, senza risparmiare qualche critica persino ai giornalisti che secondo lui non avrebbero dato sufficiente rilievo all’iniziativa. Non meno duro lo storico leghista e vicepresidente del Senato, Roberto Calderoli che non solo si mostra sconcertato, ma sicuro che qualora il referendum fosse stato accolto la maggioranza degli italiani avrebbero decretato l’inizio della fine per il governo in carica. Di tutt’altro avviso l’autrice della riforma che consiglia al Parlamento un esame della riforma con maggiore lungimiranza della stessa. Ebbene, a prescindere dalla decisione della Corte Costituzionale che, può piacere o non, in uno Stato di Diritto deve essere rispettata e ora la palla inevitabilmente dovrà passare all’esecutivo che certamente dovrebbe rivedere l’età pensionabile eccessivamente innalzata, almeno per determinati casi. Il lavoro è un diritto, ma per far sì che lo sia davvero dovremo rendere più flessibile quanto prima una maggiore flessibilità in uscita dal mondo del lavoro, poiché in una Repubblica fondata sul lavoro tutti dovrebbero poter lavorare e senza pensionamenti, ahimè, anziché diminuire la disoccupazione l’aumenteremo maggiormente obbligando così i nostri giovani ad emigrare ancora. Se è vero che la bacchetta magica non c’è l’ha nessuno, né la Destra, né la Sinistra, con buona volontà qualcosa si può fare e non è mai troppo tardi per cambiare qualcosa. Basta volere, perché come dice un noto adagio “Non basta potere, bisogna volere”.
In foto: Palazzo della Consulta