Marcus Jansen, artista statunitense, è pioniere indiscusso della pittura espressionista urbana: ex soldato della Guerra del Golfo, nelle sue tele dense di personaggi sono ravvisabili tracce emblematiche di vissuto autobiografico. Nato a New York nel 1968, da madre caraibica e padre tedesco è vissuto in Germania per alcuni anni. Vive e lavora tra New York e Miami. (Nella foto il suo studio)
Nella esposizione di Bolzano a cura della sottoscritta Anna Bonanni, presso l’Angolo del notaio Umberto Russo, in collaborazione con la galleria Bianca Maria Rizzi & Matthias Ritter di Milano, opere di vari formati e periodi, compresi lavori recenti.
Tele con intrecci di nervature sottili, frammiste ad ampie campiture dai rimandi onirici, popolano il mondo artistico jenseniano, ma laddove i contenuti allegorici o l’inquietudine si fanno più espliciti, ecco la pennellata rendere l’atmosfera meno fosca e aperta. In questo variegato humus dalla narrazione fluida, un filo rosso lega la realtà urbana cui Marcus Jansen, in prevalenza attinge e le sue emozioni.
L’artista, declina il codice spazio-tempo con pennellate energiche, sospese tra grafismi e paesaggi fatiscenti. Scenari desolanti, scorci post-industriali, intrisi di latente cupezza quanto di fascinazione, sono cifra della sua prossimità esistenziale con lo spettatore. Altresì, elementi di carattere simbolico si manifestano con creature sembianti: tra cui corvi, clown, maiali volanti e altro in sospensione tra reminiscenze e proiezioni.
La narrazione pittorica nel suo complesso, pur attingendo a soggetti simbolici è sovente rielaborata in forme archetipe: dai giocattoli ai cieli alieni come in The Visitors, che ne punteggiano la texture sino al contrappunto onirico della progressiva rarefazione cromatica.
Nel grande olio, smalto e tecnica mista Imminent Threat seppure rielaborato il ricordo è vivo, partecipante, per converso, la calibratura del colore tende a sfumare la drammaticità dell’azione bellica. Non a caso, al margine della tela un pallone rosa, ne tempera anch’esso la dura realtà evocativa.
La pittura di Jansen, è priva di schemi o schizzi preparatori e in quanto tale, ci partecipa di un flusso creativo costantemente aggiornato, potenzialmente attento alla realtà che lo circonda, da cui gli spunti concettuali per le sue opere fatalmente suggestive.
In fondo, il suo procedere nel tempo germina dall’idea che l’ha determinato sia esso passato o presente purché sia qualcosa da trasmettere hic et nunc con impellenza. Dunque è l’atto artistico-concettuale, che si interpone alla rapidità eccessiva di una epoca, affinché l’oblio non prevalga nel susseguirsi degli accadimenti.
Espressione e contenuto sono una costante delle opere di Jansen, ricercatore delle verità recondite, dei segni rivelatori inseriti ad hoc in una narrazione estetica ove scenografie abitate da sottesa malinconia ci svelano vissuti remoti, surreali, quanto immanenti nella percezione sensoriale.
Dunque, ancora atmosfere strutturalmente composite eseguite con varie tecniche e materiali, oltre agli olii e smalti , stencil, giornali, legni; ne testimoniano le affinità con la pop art e con l’astrattismo espressionista, declinati con nuova poetica.
Egli, è ritenuto uno dei pittori più innovativi della seconda metà del Novecento. Definito: “il padre del moderno espressionismo urbano”, da Jerome A. Donson, suo scopritore e mentore, il quale, ha lavorato con i mostri sacri dell’arte contemporanea come Jackson Pollock, Robert Rauschenberg, Franz Kline e William de Kooning, negli anni in cui era responsabile delle mostre itineranti per il MOMA di New York. Tra i riconoscimenti più prestigiosi: il premio come il miglior artista USA nel 2011, oltre alla collaborazione con Absolut Vodka. Suoi lavori sono presenti, tra gli altri, al Museo di Arte Moderna di Mosca (MMOMA), presso il Museo Nazionale di Belle Arti di Taiwan e alla Smithsonian Institution di Washington.
Va sottolineata, la particolarità della mostra Jansen, che seppure atipica rispetto ai canonici spazi espositivi di un artista museale quale egli è, ha identica valenza artistica per compiutezza e integrità espositiva. Il cui valore aggiunto, peraltro, è dato dalla disponibilità dello spazio privato di via Fago, 30 (Bolzano) ideato dal notaio Umberto Russo per Arte in Casa, creatore di questa inedita formula a supporto dell’Arte. Il vernissage si terrà appunto in quella sede l’11 giugno 2014 alle ore 19,00. La mostra si concluderà il 30 giugno.