Cécile Kyenge– di origine congolese, nuovo ministro dell’integrazione
Enrico Letta, presenta la sua lista dei ministri. Tra i nomi spicca quello del medico – oculista, d’origine africana, Cécile Kyenge Kashetu.
Ci siamo finalmente. Sabato pomeriggio Enrico Letta scioglie le riserve e presenta la tanto attesa lista dei suoi ministri. Trai i vari nomi conosciuti, diverse personalità nuove. L’avvocato Angelino Alfano del PDL farà il vicepremier e ministro degli Interni, la storica radicale Emma Bonino si occuperà degli Affari Esteri, il saggio indipendente Enzo Moavero di Affari europei, la funzionaria Anna Maria Cancellieri di Giustizia, il direttore generale della Banca d’Italia Fabrizio Saccomanni di Economia e Finanze, il filosofo Mario Mauro di Scelta Civica di Difesa, l’avvocato Dario Franceschini del PD dei Rapporti con il Parlamento, lo statistico Enrico Giovannini di Lavoro e Politiche sociali, il giornalista Maurizio Lupi del PDL di Infrastrutture e Trasporti, l’attuale sindaco di Padova, Flavio Zanonato del PD di Sviluppo, l’ex canoista Josefa Idem del PD di Pari opportunità, Sport e Politiche giovanili, il docente universitario e pubblicista Gaetano Quagliarello del PDL di Riforme Costituzionali, il medico Gaetano Delrio di Affari Regionali, il sociologo Carlo Trigilia di Coesione territoriale, l’avvocatessa Anna Maria Bernini del PDL di Politiche Comunitarie, la politica Beatrice Lorenzin del PDL di Salute, l’avvocatessa Nunzia De Girolamo del PDL di Agricoltura, l’avvocato Giampiero D’Alia di Semplificazione, l’ex direttore editoriale dell’Istituto della Enciclopedia Italiana Massimo Bray del PD di Beni, attività culturali e Turismo, il medico Cecile Kyenge del PD di Integrazione, la docente universitaria Maria Chiara Carrozza del PD di Istruzione e il politico Andrea Orlando del PD d’Ambiente.
Incredibile, ma vero. Abbiamo dovuto attendere un governo di grande coalizione per assistere a un importantissimo segno di civiltà, benché tardivo in uno stato come l’Italia. Cécile Kyenge, è il primo ministro di colore della storia della Repubblica italiana.
L’art. 3 della Costituzione garantisce parità di dignità sociale e eguaglianza davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali, affidando alla Repubblica l’arduo compito di rimuovere quegli ostacoli di ordine economico e sociale che limitino di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impedendo il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del paese. Spesso si ha l’impressione che la parità formale e sostanziale garantita dalla Costituzione non sia altro che un mero proclamo, senza effetti reali. Forse con un ministro di origini straniere che guida l’integrazione, riuscirà a ridurre quelle troppe differenze che ci dividono dai nostri simili.