Daniel Ezralow
Daniel Ezralow e il suo ballo “Aperto”
di Jimmy Milanese
C’è stato un periodo televisivo, durato dalla fine degli anni settanta fino a tutti gli anni ottanta, dove il ballo era uno dei momenti cruciali di trasmissioni popolarissime come Apriti Sabato, Luna Park, Domenica In o Fantastico. Bruno Modugno, Pippo Baudo, Corrado, Celentano e Beppe Grillo presentavano trasmissioni che tenevano gli italiani inchiodati ai televisori.
Tra di loro, una ragazza californiana che con dosi di irruenza e fascino avrebbe conquistato un posto d’onore nella storia della televisione italiana.
Erano gli anni in cui i balletti di Heather Parisi provocavano infinità di discussioni domestiche: pantofolari che il sabato sera aspettavano quelle gambe e mogli che resettavano il salotto a ore impossibili, precipitandosi a cambiare accidentalmente canale un secondo prima che Disco Bambina o Cicale iniziasse. In quegli anni, tra i ballerini che potevano dire di avere lanciato in aria Heather, ce ne era uno, giovanissimo, Daniel Ezralow, del quale rimangono memorabili e al limite della censura i duetti con la giovane ballerina italoamericana, coreografati dal Franco Miseria. Erano gli anni in cui il critico Nantas Salvalaggio iniziava la sua personale battaglia contro la Vita Spericolata di Vasco Rossi, oppure, erano gli anni in cui una battuta su Bettino Craxi costava a Grillo un lungo esilio televisivo, ampiamente recuperato ai giorni nostri.
Insomma, un poco come tutta la televisione che si stava liberando dalla dittatura e dal monopolio della RAI, Heather Parisi e Daniel Erzalow ballavano in modo diverso, per stuzzicare il pubblico, e lo facevano in un letto, su un tavolo da ping pong, oppure, fingendo un matrimonio. Lo spettacolo era assicurato ed efficace al punto che quelle loro performance sarebbero entrate anche in diverse cause di separazione, appunto, tra il pantofolaro e la donna delle pulizie.
Forse, l’essenza per così dire naturalista e plastica di Ezralow, quella sua capacità di mesciare stili narrativi, generi coreografici e suggestioni musicali al punto da condurre lo spettatore in modo egualmente efficace sia quando sul palco si balla uno hip hop zeppo di classicismo sia quando si riprende il tema dell’unione intima e genetica di due fratelli (Ezralow & Parson), viene da quell’apprendistato televisivo alla corte del grande franco Miseria. “Open”, il suo nuovo spettacolo di danza contemporanea che sta girando i teatri di tutti i continenti con sempre crescente successo, in un certo senso, nasce dal Teatro Ariston della RAI!
Anche la scelta di terminare Bach e Beethoven con le musiche di Beyoncè e dei Beatles, s’inserisce in quella sua visione di una danza spettacolare, fatta per il pubblico, ovvero capace di navigare l’intimità soggettiva attraverso l’esplorazione di epoche, emozioni e suggestioni sceniche apparentemente in conflitto. Perché è la nostra esistenza a confliggere di continuo con noi stessi ed è proprio nel momento in cui quel conflitto evade la dimensione intrapsichica per manifestare pubblicamente la sua esistenza, che l’uomo produce quei momenti unici che entrano nella Storia dell’Arte. In questo senso, la frammentazione di “Open” in una decina di quadri che velocemente si sussegguono, grazie alla bravura di otto giovani ballerini provenienti da diverse scuole e tradizioni, rispecchia in pieno il percorso di vita d’ogni essere umano, che si porta appresso il suo passato, lo mescia al quotidiano e lo getta nel futuro.
Una serata emozionante dove i nasi storti dei puristi del ballo ricordano la critica di “quello che scrive (sempre male) sui giornali”, perché non è mai riuscito a far niente di buono nella vita. Il Teatro Comunale di Bolzano conferma che il suo meglio lo esprime quando sul palco si balla e non si canta; quando il gatto (Direttore…) è assente e i topi possono ballare la loro musica.