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Meglio Benko che il degrado attuale

15 Luglio 2015

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Meglio Benko che il degrado attuale

Non posso fare dei commenti sul progetto dal punto di vista prettamente tecnico, dato che l’urbanistica non è il mio campo e comunque la complessità del progetto esula dalle mie competenze, posso però esprimere alcune opinioni da cittadino abitante di Bolzano con una formazione tecnica. Il progetto si inserisce in una zona ampiamente degradata della città, nonostante sia adiacente al centro storico e percorsa da direttrici di grande traffico sia automobilistico che pedonale. Vi sono edifici semi abbandonati, quali l’ex sede della Camera di Commercio e l’edificio Telecom del vecchio servizio 12. La stazione delle autocorriere porta nel centro dell’area del futuro intervento il traffico degli automezzi per il servizio pubblico. Il parco dietro la Camera di Commercio è impraticabile sia di giorno che di notte, accoltellamenti, aggressioni e liti furibonde fra i disperati che lo occupano sono all’ordine del giorno. Tutta la zona su Via Garibaldi assume ogni giorno di più l’aspetto di un ghetto. Per accorgersi di questo basta fare un giro in zona a qualsiasi ora. Non stiamo parlando quindi dell’ultima area incontaminata di Bolzano ma di una zona carica di problemi che, indipendentemente da Benko ed il suo progetto deve essere comunque in qualche modo oggetto di un qualche intervento di risanamento.

Una delle altre critiche, a mio avviso interessate, che viene opposta alla realizzazione del progetto Benko, sarebbe il pericolo di mettere in crisi il commercio dei Portici e comunque i piccoli negozi della zona. Anche in questo caso sinceramente non comprendo l’obiezione. L’interesse pubblico è quello di tutelare il commercio di vicinato oppure quello di calmierare i prezzi aumentando l’offerta e facendo in modo che gli acquirenti bolzanini e della provincia invece di andare presso i grandi centri commerciali di Innsbruck e di Affi rimangano a Bolzano? Inoltre quale sarebbe il commercio di vicinato? Ormai quasi tutti i negozi storici dei Portici e dintorni hanno ceduto il passo alle grandi catene internazionali ed i proprietari dei muri piuttosto che guadagnare il giusto facendo il loro mestiere di commercianti, che tanto sbandierano come una missione, preferiscono la rendita di posizione dei costosi affitti che pretendono dai grandi gruppi. Ad esempio una delle ultime chiusure riguarda il ristorante “Oca Bianca” che lascia il posto all’ennesimo ristorante orientale, sempre, pare, a causa dell’elevato costo degli affitti. Allora perché non portiamo anche questo tema in Consiglio Comunale con uno scontro fra tradizionalisti e conservatori dell’ambiente originale bolzanino ed i portatori di novità e rinnovamento, vero o presunto che sia?

Vi sono state critiche anche relativamente al presunto aumento del traffico nella zona. Anche in questo caso mi sembra che i detrattori del progetto non escano mai di casa e non percorrano mai le vie che si irradiano dal piazzale di fronte alla stazione. Sono zone dove il traffico non manca mai in qualsiasi ora del giorno. Anche in questo caso si dovrebbe individuare il vero problema, la vera causa del traffico e non fare la caccia alle streghe.

Quando è stato costruito il parcheggio interrato in Piazza Walther, solo in pochi si opposero ed illustrarono la loro contrarietà adducendo quale punto a sfavore il fatto che la presenza del parcheggio in quella zona centralissima vi avrebbe sempre portato traffico e avrebbe impedito l’allargamento in quella direzione della zona pedonalizzata, e quando la Provincia ha cominciato ad occupare ed a costruire i suoi palazzi direzionali di fronte alla stazione, in pieno centro, solo qualche timida voce si è alzata per far notare che questo avrebbe portato in quella zona un traffico enorme e che forse sarebbe stato meglio realizzare un centro direzionale nella zona industriale per non portare il traffico in centro. Quindi il traffico in centro esiste già e non a causa del progetto Benko.

Altre considerazioni a favore sono certamente i posti di lavoro che verranno creati in via definitiva una volta realizzati i nuovi volumi, quelli temporanei durante i lavori ecc. Se si ipotizzano 300 milioni di investimenti in 5 anni, si parla di 60 milioni all’anno, una bella cifra per costruttori, artigiani e tecnici della provincia.

Quello che più mi stupisce della situazione, sono le prese di posizione delle forze di sinistra, che sembrano tornate ai primi decenni del secolo, in una lotta contro l’arroganza del capitale a difesa delle masse proletarie di diseredati. Invece non si rendono conto, a mio avviso, che in caso di abbandono del progetto, viene fatto un favore solo a poche famiglie storiche ricche di Bolzano e non certo alla generalità dei cittadini. La zona rimarrà abbandonata e mal frequentata ed osserveremo i vari Caruso, Casapound ecc. che si recano in zona a “stanare” i poveracci da sotto i cartoni o addormentati sulle panchine. Si costituirà inoltre un importante precedente. Come potremo convincere altri investitori privati a realizzare la sistemazione dell’areale ferroviario, o altre opere interessanti per la città, se in questo caso, dopo investimenti notevoli ed una procedura pubblica e trasparente, per la sola necessità di fare sopravvivere una giunta comunale mandiamo all’aria il lavoro di anni? Si deve infatti ammettere che il dibattito politico non riguarda il progetto Benko, che è solo un paravento, lo scontro vero è su altri temi e soprattutto di sopravvivenza politica di personaggi che farebbero invece meglio a ritirarsi, tornando alla loro precedente occupazione.

È ora di finirla con prese di posizione puramente ideologiche e precostruite in base a criteri di interpretazione vecchi. Purtroppo tutta la vicenda Benko dimostra solo quanto siamo inadeguati, tutti, alle sfide che ci pone il nuovo millennio sia in termini umani che in termini economici. Non interpretiamo i nuovi tempi con criteri anch’essi nuovi, ma cerchiamo di costringere fenomeni completamente nuovi e diversi dai precedenti, dentro vecchi schemi e scatole che non sono più in grado di contenerle. Se facciamo un giro in Germania o meglio, negli Stati Uniti, le città nel giro di 5-10 anni non si riconoscono più. Possibile che noi in Italia non riusciamo ad uscire da questo nanismo cerebrale che ci perseguita da decenni?

Marco Timperio