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In municipio i protagonisti del film Il cuore dell’assassino

16 Ottobre 2014

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In municipio i protagonisti del film Il cuore dell’assassino

Dapprima l’incontro con il Sindaco. In serata la proiezione della pellicola e l’incontro pubblico alla LUB

Il Sindaco di Bolzano Luigi Spagnolli ha ricevuto nel pomeriggio in municipio i protagonisti del film “Il cuore dell’assassino” su iniziativa del Centro per la Pace del capoluogo. La pellicola racconta una grande storia di perdono. Per la prima volta in Italia l’erede di Gandhi, il padre indiano-cristiano Swami Sadanand, il pacificatore che ha guidato l’assassino alla conversione e ha creato le basi perché venisse adottato dalla famiglia ella vittima. E suor Selmy, la sorella della vittima. Insieme a loro ricevuti dal sindaco anche la regista iralo-australiana Catherine Mc Gilvray e il produttore del film Renato Speranza.
Nel corso dell’incontro, il Sindaco Spagnolli, portando il saluto di benvenuto della Città capoluogo, ha illustrato la genesi del Centro Pace  nel capoluogo “con lo scopo – ha detto-  molto cristiano di presentare esempi positivi di persone che hanno fatto del bene nella loro vita. Bolzano -ha aggiunto il Sindaco- è un laboratorio di convivenza tra persone di lingua, religione e culture diverse. Abbiamo oltre il 15% dei cittadini che proviene da tutti i continenti del mondo. Tenere insieme in modo virtuoso queste persone è possibile solo attraverso esempi positivi riconosciuti da tutti e per questo – ha concluso Spagnolli- ringrazio voi per essere qui ed in particolare suor Selmy Paul per la sua storia, la sua esperienza e per tutto ciò che essa rappresenta”.

In serata previsto un incontro pubblico nell’ aula magna della LUB con la proiezione del film e le testimonianze dei protagonisti.

“Il film -ha spiegato Francesco Comina responsabile del Centro Pace del Comune di Bolzano- ruota intorno alla figura dell’assassino, Samunder Singh, che nel 1995, all’età di 22 anni, ammazzò brutalmente su un autobus nel Kerala suor Rani Maria, clarissa francescana, con 54 coltellate abbandonandola poi sul ciglio di una strada subito dopo aver fatto un voto al dio Shiva. La mano dell’assassino era mossa da un gruppo di proprietari terrietri usurai che non tolleravano l’intraprendenza della suora che era riuscita a farsi dare dei prestiti dalla banca per garantire una economia di base per le esigenze del villaggio e per gli abitanti finalmente liberi dalle minacce degli usurai. . Una morte lenta, lentissima nella solitudine più completa: «Tu, Gesù, almeno avevi tua madre e i tuoi amici più cari ai piedi della Croce – sono i primi pensieri di suor Selmy Paul, la sorella di Rani, appena avuta notizia dell’omicidio – Mia sorella invece è morta senza nessuno attorno».
Arrestato e condannato all’ergastolo, Samundar viene perdonato grazie ad un lungo e profondo lavoro di riconciliazione operato dal padre indiano-cristinao Swami Sadanand che prima perdona il cuore di Samundar e poi lavora sui sentimenti di vendeta della famiglia fino ad arrivare ad una soluzione di perdono totale e di armonia. La madre della suora uccisa e la sorella non non solo chiedono (e ottengono) la grazia per Samundar ma arrivano addirittura ad accoglierlo come un figlio e come un fratello”.

Foto d’apertura: Il padre indiano-cristiano Swami Sadanand

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Suor Selmy Paul al centro nella foto