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Sindacato e scuola

15 Gennaio 2018

Sindacato e scuola

Abbiamo raggiunto Marco Pugliese, vicecommissario e portavoce Uil Scuola Rua di Bolzano. Ci ha spiegato come il sindacato scolastico stia mutando forma e quali siano le sfide del futuro. Molti non credono al sindacato? Ne abbiamo parlato, in esclusiva, per Buongiorno Südtirol.

Cosa spinge oggi a fare sindacato? Specialmente da giovani?

In realtà oggi serve più di ieri. Nella nostra società certi diritti lavorativi sono in continua discussione. Pare d’esser tornato indietro, parlando di scuola molti rimpiangono i tempi che furono.

Perché Uil, perché un ruolo nel sindacato?

In realtà per caso, una serie di scelte non calcolate. Fino a due anni addietro ero praticamente un semplice iscritto. Avevo solamente, come esperienza, l’essere Rsu (rappresentante sindacale unitario) eletto nella scuola dove insegnavo.

Perdonaci, ma RUA che significa?

Da dicembre ci chiamiamo Uil Scuola Rua, in sintesi “Università, Ricerca ed Alta Formazione artistica e musicale”. In pratica abbracciamo i colleghi dell’università, i conservatori e le scuole d’alta formazione, settori assai particolari.

Il sindacato è in salute?

Uil Scuola Rua è in costante crescita, conta più di 90000 iscritti a livello nazionale e rappresenta una larga parte di popolazione docente.

Ed in Alto Adige?

Abbiamo più del 5% di docenti iscritti, siamo il quarto sindacato rappresentativo ai tavoli e stiamo recuperando terreno, l’obiettivo è fare meglio. Abbiamo in atto una riforma interna, una sinergia con Trento (dove siamo primo sindacato scuola) che verrà esplicitata al prossimo congresso.

Sei anche candidato alla segreteria regionale?

Ero riluttante all’inizio, avrei voluto concludere il commissariamento e tornarmene a scuola. I tanti colleghi che mi hanno scritto di non lasciare sono stati lo stimolo per questa candidatura.

Quali obiettivi?

Far diventare il sindacato Uil Scuola Rua un approdo sicuro per ogni docente altoatesino, italiano, tedesco o ladino che sia. Ad oggi abbiamo riaperto le sedi di Laives e Bressanone, siamo presenti a Merano. Abbiamo i conti in ordine e stiamo sviluppando progetti di sviluppo e d’investimento. La nostra categoria ha bisogno di voce. Ultima cosa: desidero una struttura snella ed efficiente, non macchinosa. Evito accuratamente il “sindacalese” ed il “politichese”. Il sindacato è confronto, discussione e mediazione, il tutto deve portare ad accordo finale. L’avvocato è l’extrema ratio e soprattutto non siamo solo servizi.

Cioè?

Non vogliamo essere generali senza truppe. Ad oggi spesso il lavoratore medio ha questa percezione di noi sindacati. Parliamo molto, ma alla fine siamo certi di rappresentarli?

Come uscirne?

Con il lavoro certosino. Con la preparazione, con proposte concrete inerenti al lavoro stesso. Non neghiamolo, spesso si fa sofismo ed al lavoratore rimane il problema. Può un sindacato perdere mesi dietro ad un referendum? No, infatti la Uil non lo fece…Credo che oggi esigenze e priorità delle organizzazioni sindacali siano da recuperare, essere tra la gente va bene…essere la gente ancora meglio

Ma i docenti cosa chiedono?

In realtà chiedono di tornar a valere qualcosa. Un lavoro importantissimo, in cui lo stato a parole crede, poi nel concreto, non ci rinnova il contratto dal 2009.

Questione di soldi, quindi?

Lo escludo, se il docente medio guardasse ai denari…le scuole sarebbero vuote. Per la maggioranza è una missione, teneteveli stretti questi insegnanti…sono appunto i più.

La prima cosa che faresti da segretario?

Non siamo politici, ma sindacalisti, quindi non promettiamo per farci eleggere. Per dovere di rappresentanza va portato il massimo a casa per la nostra categoria, negli ultimi tempi assai bersagliata.

Molti associano i sindacati ai partiti…

Sbagliano, un sindacato non è un partito. Chi fa sindacato con l’occhio alla politica a mio parere dovrebbe non fare sindacato. I lavoratori, per me sono, come gli angeli, non “hanno sesso politico”, quindi non mi interessa cosa votino. Personalmente non ho mai avuto tessere di partito, mai ne avrò, la politica mi piace chiacchierarla, attivamente preferisco fare solo quella sindacale.

Non seguite tutti i docenti altoatesini come Uil Scuola Rua, però…

Vero, seguiamo i docenti (per ora) di scuola pubblica, gli educatori provinciali, l’università, le scuole paritarie e le cooperative educative. Stiamo lavorando per ampliare il settore e creare un settore unico.

Ma perché iscriversi ad un sindacato?

Semplice, per contare qualcosa, anzi ad essere precisi: per far contare il proprio lavoro. Inoltre la nostra iscrizione comprende assicurazione specifica più i servizi Caf e Patronato, oltre a varie convezioni. Il costo è abbastanza basso, uno 0,5 sul lordo stipendiale e soprattutto i supplenti pagano solo se lavorano.

Il futuro della scuola?

Vedo i miei colleghi sfiduciati, spesso stanchi, quasi rassegnati. Pare che il nostro ruolo sia svuotato. Vorrei ridare speranza a questi colleghi, far in modo che contino di più. Il problema non è la tessera sindacale, ma ridare dignità e lustro ad un lavoro oggi mortificato. Non sarà facile ma ci proveremo. Invito i colleghi a chiamarci, conoscerci e parlarci, non si facciano distrarre da pregiudizi da bottega, disuniti e con il morale a terra non si va da nessuna parte.

In foto: Marco Pugliese

 

 

 

 

Giornalista pubblicista, scrittore.