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Claudio a 24 anni proprietario di una pizzeria nel centro di Auckland

30 Luglio 2017

Claudio a 24 anni proprietario di una pizzeria nel centro di Auckland

In una fase di pessimismo e disfattismo nella nostra amata Italia, girovagando per il mondo, qualche anno fa mi sono imbattuto in una pizzeria nel cuore di Auckland, gestita da Alessandro Bollino, uno dei primi a portare la pizza napoletana in Nuova Zelanda. Con That’s Amore è riuscito a creare uno spazio, attraverso cui sentirsi nel capoluogo campano, alle pendici del Vesuvio.

Si tratta di uno dei tanti esempi di come il made in Italy, portato all’estero, possa essere fonte di speranza per tutti coloro che sono in Italia senza un lavoro.

Tuttavia nel frattempo Alessandro ha deciso di lasciare la Nuova Zelanda, per aprire una nuova attività a Melbourne, dove sta riscuotendo il favore degli australiani.

La pizzeria è successivamente passata nelle mani di Claudio Zodio, che all’età di 23 anni è diventato comproprietario di That’s Amore, una non facile sfida che tuttavia sta affrontando con coraggio e determinazione.

Prima di raccontarci del core business, noi di Buongiorno Südtirol abbiamo un po’ indagato la vita di Claudio, cercando di portare alla luce i motivi che hanno spinto un ragazzo così giovane a lasciare l’Italia, per andare in un posto così lontano come la Nuova Zelanda.

Dall’Italia alla Nuova Zelanda, due luoghi radicalmente diversi. Cosa ti ha spinto a scegliere la patria del “Signore degli anelli”, lasciandoti la tua terra natia alle spalle?

Avevo 19 anni quando sono partito per Auckland. In Italia mi sentivo alquanto oppresso, con una prospettiva estremamente ristretta e stufo dei giudizi dei miei connazionali. Nel 2010 il dollaro neozelandese era piuttosto debole nei confronti dell’euro (2 a 1) e ciò rendeva la Nuova Zelanda lo stato anglofono più economico, in cui studiare inglese. Allo stesso tempo avevo una gran voglia di fare un taglio netto con il mio passato e ripartire da zero. Le scuole superiori erano state per me una terribile esperienza, in cui ero stato oggetto di mobbing e bullismo. Anziché piangermi addosso ho deciso di giocare il tutto per tutto, ritrovando me stesso in una terra lontana senza tuttavia rinnegare le mie origini, di cui vado molto fiero.

Una volta giunto ad Auckland cosa hai fatto per campare?

Appena atterrato potevo contare solo su un piccolissimo budget di 4 mila $, che mi hanno permesso di sopravvivere per i primi 3 mesi. Una volta finiti era dinnanzi ad un bivio, rimanere accettando qualunque tipo di occupazione oppure tornare a casa. Non volendo mollare la presa, mi sono messo a cercare lavoro battendo a tappeto l’intera città. Per 3 settimane non ho trovato nulla, i soldi cominciavano a scarseggiare e la fiducia a mancare. Ciononostante, dopo aver consegnato di persona centinaia di curriculum, sono stato assunto come addetto alle pulizie in un ostello. La paga oraria era quella minima ed il lavoro molto usurante, che mi ha causato forti dolori alla colonna vertebrale.

Casualmente ho lasciato un curriculum da That’s Amore proprio ad Alessandro, che tuttavia la prima volta mi disse che non era in cerca di collaboratori.

Inaspettatamente, dopo 3 mesi che gli avevo lasciato il mio cv, mi ha contattato perché in cerca di pizzaiolo tuttofare. Quando il locale non era pieno, lavoravo in sala e questo mi ha permesso di maturare un’esperienza a 360°. Grazie ad Alessandro sono potuto rimanere in Nuova Zelanda, in quanto mi ha offerto un contratto di lavoro che mi dava la possibilità di fermarmi per più di un anno.

Come sei diventato proprietario di That’s Amore?

Nel 2013 Alessandro ha ceduto l’attività a Lino, chef di origini cinesi di un ristorante romano a Mission Bay, nella regione di Auckland, per il quale ha lavorato più di 10 anni. Tuttavia Lino non poteva acquisire la pizzeria, perdendo il know how. A quel punto la mia presenza all’interno dell’esercizio è diventata fondamentale, in quanto sarei stato in grado di garantire il collegamento con i clienti, che Alessandro era stato in grado di attrarre. Fra me e Lino c’è stata sin da subito una forte intesa, per questo nel tempo si sono creati i presupposti per una collaborazione più stretta. Sicché qualche tempo dopo mi ha offerto di diventare suo socio, in quanto era consapevole del fatto che senza di me la pizzeria non sarebbe potuta andare avanti, in quanto garantivo oltretutto il legame con la cultura italiana. Nel 2015 all’età di soli 24 anni diventavo quindi comproprietario della pizzeria.

La tua storia è molto interessante e lascia sperare che altri ragazzi possano avere le tue stesse chanches. Tuttavia ci hai detto poco sulla tua pizza, raccontaci qualcosa.

Ciò che ci caratterizza è l’esperienza maturata nel campo della pizza tipo napoletana, prodotto che si distingue nettamente dalla pseudo pizza american style, reperibile in ogni dove ad Auckland. La nostra forza sta nell’uso di ingredienti provenienti dall’Italia, laddove possibile, e di ingredienti di prima qualità prodotti in loco. Ciò ci permette di garantire un livello alto di tradizionalità del prodotto, pur offrendolo ad un prezzo accessibile. L’obbiettivo è quello di far conoscere ai locali il vero prodotto italiano, abituandoli alla vera pizza, anziché una brutta copia stile americano. Non solo questo; spero un domani di poter aiutare qualche ragazza/o italiana/o, che abbia voglia di crescere ed affermarsi, a raggiungere il proprio sogno, quello di ri-farsi qui in Nuova Zelanda.