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Bolzano: isola felice? Forse un tempo

16 Maggio 2017

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Bolzano: isola felice? Forse un tempo

Bolzano, città che a molti non pare più l’isola felice d’un tempo. Sul tema sicurezza le polemiche politiche sono ferocissime, al solito in Italia si tende alla divisione stile guelfi e ghibellini, tralasciando il vero nocciolo delle questioni più delicate, la sicurezza una di queste. Ma, mentre trasversalmente si tende alla discussione riguardante il sesso degli Angeli (anche se a Bolzano di Basileus nemmeno l’ombra…), non pochi cittadini segnalano da più parti episodi non proprio felici in cui sono incappati negli ultimi periodi. Una di queste persone si chiama Sara, vive a Trento, lavora a Bolzano, una pendolare. Ogni giorno dalla stazione ferroviaria si reca al lavoro, nelle vicinanze di Piazza Erbe. Abbiamo parlato con Sara, che ha voluto raccontarci quanto le è successo. Questi fatti vanno trattati con il “Cencelli” e quindi ci limitiamo a riportare ciò che la ragazza ci ha raccontato. Senza commenti retorici od enfasi.

Sei stata vittima di un brutto episodio, di fatto seguita dal parco stazione alla stazione ferroviaria, la persona è salita perfino sul treno per poi scendere. Perché tra giornale e denuncia hai scelto la prima soluzione?

Perché sarebbe stata una denuncia verso ignoti, davvero poco utile. Ho meditato molto ed alla fine ho deciso di raccontare. L’episodio sarebbe finito nel dimenticatoio, assieme a tutti gli altri… Invece non va dimenticato. O almeno, speravo che almeno possa servire per sensibilizzare chi ne fosse venuto a conoscenza, ecco perché la scelta del giornale. I pendolari sono lasciati un po’ a loro stessi. Abbiamo fatto “squadra” con un’altra donna. Capita anche quello

Molti non espongono poi questi fatti per paura. Tu, paura d’esser “bollata”?

In parte, a volte pare quasi che la vittima sia meno tutelata del carnefice.

A Bolzano infuria la polemica riguardo la sicurezza. Si parlò perfino di militari al parco stazione, tu cosa ne pensi?

Penso che non sarebbe fuori luogo, soprattutto in determinate fasce orarie. Personalmente non mi sento per niente sicura come donna. Spesso m’invento le vie più assurde onde evitare il parco stazione, a certi orari specialmente, quando finisco tardi. Ovviamente sono sempre a piedi, dal mio posto di lavoro non posso prender mezzi. A volte anche in pieno giorno la situazione non è tanto migliore.

Conoscendoti e parlandoti non puoi esser definita razzista o xenofoba. Eppure, la tua denuncia mediatica potrà esser strumentalizzata politicamente in più sensi. Anticipiamo, cosa ti senti di dichiarare?

Io razzista? No, assolutamente. Posso solo dire che non si trattava di un ragazzo di colore. A seguire me e l’altra donna era un uomo di circa trent’anni di nazionalità ignota. Non sono qui per strumentalizzare, ma per raccontare…

Appunto raccontare. Atto che non è visto di buon occhio da più parti. Conosci altre persone che si sono trovate in situazioni simili? Se sì, perché molto spesso non si denuncia?

Certo, conosco altre persone che hanno vissuto esperienze del genere, ma si trattava di stazioni di altre città. In generale, tutti i pendolari si lamentano della pericolosità dei tragitti in treno. La tratta Verona/Bolzano non è vista bene, chiaramente è particolare, però non è bellissimo recarsi al lavoro con i timori. A volte l’ansia c’è. Ho paura di non riuscire a scappare.

Cosa chiedi alla classe politica? Ti senti poco tutelata come cittadina dello Stato italiano?

Penso che le forze dell’ordine non riescano a suscitare il rispetto od il timore che serve per tenere a bada chi vuole commettere un reato. Da dove nasca il problema non lo so, però è lì che bisogna focalizzarsi. Bisogna risolverlo, perché sennò il cittadino viene portato ad arrangiarsi e ciò è peggio. Legittima difesa? Spetta allo Stato tutelarci, io non voglio di sicuro armarmi (sbuffa al termine “politica”).

Sei a Bolzano per lavoro, non sei originaria di qui. Noti un progressivo peggioramento della città nell’ultimo periodo?

Io vivo a Trento da un anno e a Bolzano lavoro soltanto da 5 mesi, per cui non posso valutare un possibile peggioramento delle condizioni in cui si vive. La ragazza che era con me e che ha subito in primis il problema, ha detto chiaramente di essere qui da 6 anni e di aver notato un peggioramento da un anno e mezzo a questa parte.

Cosa diresti a tutte quelle persone che vivono quello che hai vissuto tu e magari hanno il timore di raccontarlo?

Non saprei. Non riesco a trovare un messaggio positivo, perché la situazione non accenna a migliorare, però non mi sento nemmeno d’esortare alla presa di posizione individuale. Dobbiamo sforzarci di aiutarci l’un l’altro quando ci troviamo in difficoltà, e fare gruppo. L’atteggiamento generale, infatti, è quello di pensare al proprio orticello. Per dirla in breve: fare orecchie da mercante nella necessità… (un sorriso malinconico).

Giornalista pubblicista, originario di Bolzano si occupa di economia, esteri, politica locale e nazionale