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Il Signore è davvero risorto!

16 Aprile 2017

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Il Signore è davvero risorto!

La risurrezione di Cristo è il fondamento della fede cristiana. Il vescovo Ivo Muser ha descritto la Pasqua come “scintilla della fede cristiana.

Il vescovo Ivo Muser ha celebrato la Veglia pasquale nel Duomo di Bressanone. La celebrazione della notte di Pasqua è la celebrazione più ricca e più densa di tutto l´anno liturgico: La benedizione del fuoco, la processione con il cero pasquale, il canto solenne dell’Exultet, l´intonazione dell’Alleluja, la benedizione dell´acqua, il rinnovo delle promesse battesimali, l’incontro con il Signore risorto nelle Sacre Scritture e nell’Eucaristia sono i grandi momenti di questa celebrazione. “Tutti i simboli hanno un unico scopo: Vogliono ravvivare e nutrire la nostra fede nel Signore che in questa notte si è dimostrato più grande del peccato, della morte e del sepolcro”, ha detto mons. Muser che ha proseguito, dicendo: “La notte di Pasqua è il grande invito ad aprirci a un Dio che agisce e che risuscita e che si dimostra più forte del buio, della morte e del sepolcro.”

Nell’odierna solennità della Pasqua il vescovo ha presieduto la celebrazione solenne nel Duomo di Bolzano. Nell’omelia il presule si è soffermato sull’atteggiamento verso la vita e sulla responsabilità che le comunità cristiane hanno nei confronti della vita stessa. In questo contesto ha commentato che questa posizione si trova già nell’atteggiamento verso la natura. “Quando desideriamo vivere e sopravvivere, dobbiamo riconoscere i limiti e riconoscere che non possiamo fare tutto quello che possiamo fare oggi”, ha affermato il presule. Poi il vescovo Muser si è soffermato in particolar modo sulle questioni che riguardano il valore e la dignità della vita umana, quella dei nascituri, delle persone anziane, ammalate e disabili. Infine, l’atteggiamento verso la vita emerge nella sensibilità nei confronti di quelle persone “che non arrivano da noi come ospiti disposti a spendere, ma che dipendono dalla nostra capacità di accogliere e di condividere”, ha concluso mons. Muser.