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Bolzano, se in futuro fosse città metropolitana?

24 Aprile 2017

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Bolzano, se in futuro fosse città metropolitana?

Feroce è il dibattito nel gruppo italiano, da destra a sinistra si corre per contare di più Si tentano unioni, si propongono patti e si discute molto. La popolazione però appare scettica: la classe politica del gruppo italiano non pare cogliere le reali esigenze di questo gruppo linguistico, al lumicino in provincia e spesso ai margini delle decisioni che contano. Eppure basterebbe poco. L’impianto di governo provinciale è ritagliato su misura della maggioranza tedesca, questione di numeri. Bolzano invece rima isola di governance italiana, in perenne scontro con la provincia, e se la soluzione fosse il cambio d’architettura governativa, ovvero la creazione di una Bolzano metropolitana? La città di Bolzano potrebbe includere comuni fino ai 10 km, per intenderci fino a Vadena ed Appiano, diventano una piccola provincia (per competenze) nella provincia. Tali enti sono istituiti anche nelle regioni a statuto speciale di Sardegna e Sicilia, ma in questi territori le città metropolitane sono normate con legge regionale che deve comunque adattarsi alle direttive generali della legge statale in materia. Quindi non escluse le realtà a statuto speciale. La realtà altoatesina è particolare, ma non per questo scontato rimanga un monolite.

Cosa cambierebbe con Bolzano città metropolitana?

A differenza delle regioni a statuto ordinario non scomparirebbe la provincia, che rimarrebbe in piena funzione. I comuni detti di prima corona, ovvero entro il raggio di 10 km sarebbero inseriti nella città di Bolzano metropolitana. Ci sarebbe anche il Renon, la cui posizione particolare sarebbe da valutare. Qui sotto l’elenco:

Cornedo all’Isarco4,5 km3.388
San Genesio Atesino4,8 km3.047
Appiano sulla strada del vino6,9 km14.775
Laives7,8 km17.700
Terlano8,1 km4.365
Vadena9,1 km1.038

Come funzionerebbe?

Gli organi della città metropolitana sono i seguenti, così ripartiti:

  • il sindaco metropolitano; di diritto è il sindaco del comune capoluogo, eletto a suffragio universale diretto, insieme ai consiglieri (elezioni su tutti i comuni facenti parte l’ente metropolitano)
  • il consiglio metropolitano, eletto a suffragio ristretto dai sindaci e dai consiglieri comunali dei comuni della città metropolitana.
  • la conferenza metropolitana, composta dal sindaco metropolitano e da tutti i sindaci dei comuni appartenenti alla città metropolitana.

Il sindaco metropolitano, funzioni

Il sindaco metropolitano rappresenta l’ente, convoca e presiede il consiglio metropolitano e la conferenza metropolitana, sovrintende al funzionamento dei servizi e degli uffici e all’esecuzione degli atti ed esercita le altre funzioni attribuite dallo statuto. Propone al consiglio metropolitano gli schemi di bilancio da adottare e da sottoporre al parere della conferenza metropolitana. Il sindaco metropolitano può nominare un vicesindaco, scelto tra i consiglieri metropolitani, stabilendo le eventuali funzioni a lui delegate e dandone immediata comunicazione al consiglio metropolitano. Il vicesindaco esercita le funzioni del sindaco metropolitano in ogni caso in cui questi ne sia impedito. Qualora il sindaco metropolitano cessi dalla carica per cessazione dalla titolarità dell’incarico di sindaco del proprio comune, il vicesindaco rimane in carica fino all’insediamento del nuovo sindaco metropolitano. Il sindaco metropolitano può altresì assegnare deleghe a consiglieri metropolitani, nel rispetto del principio di collegialità.

Consiglio metropolitano

Sono eleggibili a consigliere metropolitano i sindaci e i consiglieri comunali in carica. La cessazione dalla carica comunale comporta la decadenza da consigliere metropolitano. L’elezione avviene sulla base di liste concorrenti, composte da un numero di candidati non inferiore alla metà dei consiglieri da eleggere, sottoscritte da almeno il 5 per cento degli aventi diritto al voto. Il consiglio metropolitano è eletto con voto ponderato a seconda della popolosità del comune rappresentato, attribuito a liste di candidati concorrenti in un unico collegio elettorale corrispondente al territorio della città metropolitana, tramite sistema proporzionale con metodo D’Hondt e voto di preferenza.

Il consiglio metropolitano dura in carica cinque anni. In caso di rinnovo del consiglio del comune capoluogo, però, si procede a nuove elezioni del consiglio metropolitano entro sessanta giorni dalla proclamazione del sindaco del comune capoluogo. Il combinato di queste disposizioni farà sì che a regime, ad eccezione della prima applicazione, le elezioni metropolitane seguiranno sempre quelle comunali del capoluogo.

Gestione bilanci: conferenza metropolitana

La conferenza metropolitana esprime un parere sui bilanci dell’ente, con i voti che rappresentino almeno un terzo dei comuni compresi nella città metropolitana e la maggioranza della popolazione complessivamente residente. Sulla base di tale parere, il consiglio metropolitano li approva in via definitiva. La conferenza metropolitana ha poteri propositivi e consultivi, secondo quanto disposto dallo statuto. Su proposta del consiglio metropolitano, adotta o respinge lo statuto e le sue modifiche, con i voti che rappresentino almeno un terzo dei comuni compresi nella città metropolitana e la maggioranza della popolazione complessivamente residente.

Di cosa s’occuperebbe “Bolzano città metropolitana”?

Adottare e aggiornare il piano strategico metropolitano; curare la pianificazione territoriale in termini di infrastrutture, reti di servizi e comunicazioni; sviluppare gestioni coordinate dei servizi pubblici; sviluppare sistemi e strutture per la mobilità e la viabilità, coordinando la pianificazione urbanistica; promuovere lo sviluppo economico e sociale; sviluppare sistemi di informatizzazione e digitalizzazione. Il tutto senza l’ombrello provinciale, con bilanci separati ed in completa autonomia. La popolazione del macro comune metropolitano è a maggioranza italiana, quindi sarebbe il gruppo italiano a regolamentarsi su certe decisioni. Quest’impianto può apparire irrealizzabile, ma forse, vista la situazione del gruppo italiano, la via dell’autonomia nell’autonomia è quella più breve e sicura per contare di più.

Giornalista pubblicista, originario di Bolzano si occupa di economia, esteri, politica locale e nazionale