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Bolzano. Primo successo degli insegnanti di italiano-seconda lingua

23 Ottobre 2016

Bolzano. Primo successo degli insegnanti di italiano-seconda lingua

Vogliono sia riconosciuto anche il lavoro di mediazione culturale, oltre a quello di insegnamento della lingua previsto dal Quadro Comune Europeo di Riferimento per le Lingue.

Gli insegnanti di italiano-seconda lingua nella scuola in lingua tedesca, come anche gli insegnanti di tedesco-seconda lingua nella scuola di lingua italiana, non sono insegnanti di una lingua straniera, come potrebbe essere l’inglese o il russo, ma sono anche mediatori culturali. Ciò significa che grazie alla seconda lingua gli studenti altoatesini hanno l’occasione, unica nel loro curriculum scolastico, se non nella loro vita, di incontrare, comprendere e approfondire un patrimonio culturale e letterario che è necessario per comprendere la realtà del gruppo linguistico diverso dal proprio. Inoltre va sottolineato che lo studio della letteratura viene affrontato dai ragazzi con interesse e partecipazione e mai è stato oggetto di contestazione anche perché non è un arido studio filologico ma affronta tematiche e problemi che sono tuttora vivi e presenti nella realtà contemporanea.

Questa pratica culturale era consolidata da decenni, quando nel dicembre 2010 una delibera della Giunta provinciale ha emanato le nuove linee guida per le scuole superiori dell’Alto Adige. Pur attribuendo importanza alla cultura e alla letteratura, esse prevedevano tra l’altro che “l’incontro con la letteratura, come pure la valorizzazione dei relativi contenuti, si svolgessero nella consapevolezza della prospettiva pragmatica dell’insegnamento linguistico “ dove “i testi letterari assumono valore funzionale.”

Abbiamo chiesto alla professoressa Silva Manzardo, insegnante di italiano-seconda lingua al Liceo delle scienze umane in lingua tedesca di Bolzano, di chiarirci alcuni nodi importanti in merito al dibattito sulle conseguenze sul loro status a partire dalle linee guida del 2010 fino agli sviluppi dei nostri giorni.

D. Professoressa Manzardo, Lei e i sui colleghi vi siete resi conto delle conseguenze di questo nuovo orientamento ?

R. Certo, immediatamente, e già da subito abbiamo reagito negli incontri in cui l’ispettore di seconda lingua dell’intendenza scolastica ci ha illustrato la nuova normativa. Un conto è infatti esercitare le competenze previste nel Quadro Comune Europeo di Riferimento per le Lingue, cosa che pratichiamo con convinzione da anni, altra cosa è finalizzare lo studio della cultura e della letteratura  all’apprendimento linguistico.

D. In che modo poi la situazione si è aggravata?

R.Il 31 maggio scorso, alla fine dell’anno scolastico, all’interno di un corso di aggiornamento, ci è stato presentato il nuovo modello di prova scritta per l’esame di Stato dell’italiano-seconda lingua elaborato da un gruppo di lavoro del quale noi insegnati ignoravamo del tutto l’esistenza. Pare addirittura che i membri di questo team avessero la consegna del silenzio. Nulla doveva trapelare.

D. La novità sostanziale del futuro esame in cosa consiste?

R. Si tratta di fare un esame analogo ad una certificazione linguistica, in cui tutto il lavoro di approfondimento culturale e di riflessione anche critica viene a scadere, perdendo di importanza e di valore. Noi prepariamo gli studenti anche alla certificazione linguistica, ma crediamo che la prova scritta di maturità sia qualcosa di più. Quindi pretendiamo che l’esame serva a verificare la consistenza di questa maturità.

D. Il nuovo modello d’esame sarà in vigore gia a partire da quest’anno scolastico?

R. Purtroppo sì, l’intendenza scolastica non ha sentito ragioni e non ha voluto concederci nemmeno un anno di sperimentazione  come in passato è sempre accaduto per ogni innovazione.

D. Con quali rivendicazioni siete scesi in piazza l’altro ieri?

R. Dopo aver inutilmente richiesto una proroga della riforma, anche in considerazione della bozza di legge governativa che prevede l’abolizione della terza prova scritta, abbiamo appreso con sgomento dell’esistenza della proposta di una delibera della Giunta provinciale che prevede che la nostra classe di concorso “Lingua e Lettere italiane negli Istituti superiori di lingua tedesca” diventi semplicemente “Lingua italiana”senza riferimento alle “Lettere”, cioè alla cultura e alla letteratura. Fortunatamente il Consiglio Scolastico Provinciale ci ha dato ragione e ha accolto la nostra proposta di non modificare la classe di concorso, ma il suo parere è solo di carattere consultivo. Quindi la Giunta potrebbe non tenerne conto. Noi insegnanti però siamo decisi a non desistere e a continuare la nostra lotta.

In foto: Silva Manzardo

Giornalista, scrittrice, editore.