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Mary Sperti e la sua passione per l’arte contemporanea

27 Agosto 2014

Mary Sperti e la sua passione per l’arte contemporanea

Abbiamo incontrato Mary Sperty, pittrice e appassionata promotrice d’arte contemporanea. Mary presto sarò a Merano con una rassegna artistica d’arte contemporanea importante.

Mi dica, Lei promuove eventi artistici e culturali importanti. Presto a Merano ci sarà “Face’arts Merano 2014”. Di che si tratta esattamente?

Promuovo eventi d’arte contemporanea che si prefiggono di dare  lustro e visibilità ad artisti di qualità e allo stesso tempo, valorizzare il territorio che lo ospita. L’obbiettivo è quello di offrire agli artisti  eventi di alto livello in cui la comunicazione e la location  permettano loro di rendersi visibili, uscire dai loro laboratori e portare i propri linguaggi espressivi tra la gente. Dico con un certo orgoglio di essere ideatrice e curatrice di ‘Face’arts’, un evento internazionale d’arte contemporanea giunto ormai alla sua quinta edizione (è stato già realizzato a Bari, Lecce, Pesaro e Jesi). Dal 20 al 30 dicembre saremo proprio a Merano, in una location prestigiosa come il Kurhaus. Sarà una bella sfida, come lo sono tutti i progetti che curo: da Arte d’Amare (evento dove gli artisti  fanno Arte e cercano di portarla in mezzo alla  gente) al neonato FalconArts, per una cartolina tutta nel segno dell’arte sulla spiaggia di Falconara Marittima. Il progetto, che lo scorso luglio nonostante il maltempo ha riscosso un bel successo, ha portato l’arte come forma di spettacolo sul litorale e in questa prima edizione 2014 ha visto il coinvolgimento di circa 30 artisti che si sono esibiti con pittura, scultura, ceramica, acrobati, musica, reading letterari e conferenze sull’arte.

Senta, un evento artistico legato alla contemporaneità. Philippe Daverio una volta in un’intervista disse che l’arte contemporanea non è una cosa seria. Lei invece è di ben altro avviso e ritiene che gli artisti oggi riescano a cogliere le problematiche contemporanee, o sbaglio?

L’arte Contemporanea  è per me caratterizzata da opere prodotte con tecniche e linguaggi interdipendenti: videoarte, pittura, scultura, arte digitale, disegno, musica, performance, istallazioni. L’arte Contemporanea ha un aspetto molto importante, la difficoltà di definirla criticamente. Prima degli anni  Sessanta l’arte poteva essere facilmente etichettata come frutto di una particolare scuola pittorica. Fino agli anni Ottanta si sono susseguiti stili pittorici di tendenza come l’arte concettuale, performance art, arte pop, graffiti. Da quel momento i cambiamenti sociali, culturali, economici hanno portato l’arte ad evolversi e a cambiare anche il suo ruolo sociale. Cadono le barriere nell’arte creando vivacità, fermento culturale e multidisciplinarietà. Dare una definizione di Arte Contemporanea, con tutte queste influenze e sfumature, ritengo sia un’impresa impossibile. Non esiste un “Aforismo Magico” che racchiude l’intero mondo dell’Arte Contemporanea. L’arte come tradizione era un’attività ricercata e realizzata dall’uomo usando tecnica e abilità, volta a produrre opere che rispondevano a canoni estetici di bello. Oggi la risposta è contraria alla tradizione.  Considero l’Arte Contemporanea come tensione verso la libertà di espressione, la  libertà di usare qualsiasi mezzo espressivo per raccontare il tempo che tocca  matericamente i nostri piedi. Per fare arte contemporanea fondamentale diviene il mezzo, oltre alla tecnica impiegata. Il cambiamento radicale si ha con il dripping di Pollock con l’espressionismo astratto. La tela resta l’unica tradizione in questa filosofia, cambia la stesura del colore, tutto in modo  meno rigido e più casuale. Il mio modo di far vivere l’arte contemporanea è quello di avvicinarla, farla apprezzare e amare, rendendola comprensibile, perché  altro non è che lo specchio della nostra società e del mondo cui apparteniamo. L’arte contemporanea  è il prolungamento  naturale dell’esistenza, ha un ruolo  importantissimo  per promuovere la società, le realtà  in cui viviamo.

È sicura che Merano sia un posto ideale per una manifestazione di arte contemporanea?

Tutta l’Italia è un posto ideale per l’arte. La nostra bella Penisola ha molti eccezionali contenitori di eventi d’arte, location fantastiche, anche se purtroppo quasi tutte richiedono un affitto. La risposta dei fruitori dell’arte invece è molto varia. Merano, dalle ricerche fatte per l’organizzazione dell’evento, risulta essere molto ricettiva a questa tipologia di  kermesse. Storicamente  forte e altamente culturale, sono convinta che apprezzerà notevolmente il progetto. Non porteremo solo l’arte tra la gente, ma faremo apprezzare Merano in tutta Italia e  all’estero. Perché Face’Arts è anche questo. Esportare la bellezza, anche dei luoghi.

Ci sono dei partner dell’Alto Adige, imprenditori, istituzioni pubbliche, mecenati vari che credono nell’idea?

Questa al momento è una domanda a cui non posso rispondere con esattezza, in quanto il bando dell’evento è stato promulgato da poco e l’organizzazione pratica è appena iniziata. Stiamo scaldando i motori, ci sono diverse richieste di Patrocini culturali alle maggiori Istituzioni sia del territorio Marchigiano da cui proveniamo sia del Trentino che ci ospita. Stiamo aspettando i tempi della burocrazia. Ci stiamo muovendo anche con l’Azienda turistica di Merano, cui abbiamo esposto il progetto. Stiamo aspettando delle risposte.

Come ultima domanda mi interesserebbe sapere cosa dovrebbe fare secondo Lei un giovane artista oggi per sfondare nel mondo dell’arte.

Le rispondo con una domanda: cosa potrebbero fare lo Stato, la Regione, i Comuni, le Istituzioni culturali, gli imprenditori e le associazioni preposte per fornire i mezzi idonei a sostenere e lavorare sulla promozione di artisti di qualità? L’arte non è pane, purtroppo. E la bellezza, anche se sono convinta che salverà il mondo davvero, non consente attraverso la sua sola fruizione privata di far conoscere un artista e creare un ‘movimento’ attorno alle sue opere. Qui entriamo in gioco noi curatori, che dell’arte e della sua promozione facciamo il nostro lavoro. Aiutiamo gli artisti a uscire dai loro atelier e dai loro laboratori, dal segreto e dall’intimità dei propri spazi per farsi conoscere non solo attraverso i tratti e i  colori. Ma questo lavoro di promozione, di organizzazione e di ‘presentazione’ al mondo richiede costi che da soli, noi curatori non riusciamo a sostenere. Così come da soli, gli artisti non sosterrebbero. Un artista deve essere unico, deve avere un segno riconoscibile. Ai giovani dico di essere originali, di cercare di dire qualcosa di nuovo con la loro arte, portare delle novità, solo così rimarranno nella storia, saranno riconosciuti e valorizzati. L’arte da sola non basta, occorre aiuto. Occorre esperienza, occorrono risorse per investire in un progetto di ampio respiro per costruire quel trampolino da cui poi viene lanciata l’arte nel mondo.   

Giornalista pubblicista, scrittore.