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IL CASO “GENOVESE” DUE PESI E DUE MISURE

29 Marzo 2014

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IL CASO “GENOVESE” DUE PESI E DUE MISURE

Nei giorni scorsi, come riportato dai mass media , la Procura di Messina ha presentato la richiesta d’arresto (e successivamente accolta dal Gip di Messina) per  l’onorevole Francantonio Genovese. Come prevede la legge, tale richiesta è stata sospesa e inviata alla Presidenza della Camera che dovrà avviare l’iter per l’autorizzazione. Gravissime le accuse rivolte al parlamentare : associazione a delinquere, riciclaggio, peculato e truffa e si riferiscono ad un’inchiesta sui corsi di formazione.  Secondo gli investigatori  “Il parlamentare, nel corso del tempo ha acquisito, grazie ad una rete di complici riferibili anche alla propria famiglia il controllo di numerosi enti di formazione operanti in tutta la Sicilia e, parallelamente, di una serie di società che gli hanno permesso di giustificare le appropriazioni, così da lucrare illeciti profitti”.

Secondo i giudici “le società facente capo all’onorevole avrebbero permesso di accertare che i soggetti indagati, attraverso gli Enti di formazione e società appositamente create, grazie a prezzi gonfiati per l’acquisto di beni e servizi o, addirittura, a prestazioni totalmente simulate, sottraevano a loro vantaggio i fondi assegnati per lo svolgimento dei corsi di formazione. La gran parte degli indagati sono risultati tra loro legati da vincoli di parentela e di assoluta fiducia”

L’on. Genovese si è subito autosospeso dal partito e dal gruppo (ma non da parlamentare) precisando in un nota che “al momento, ho avuto contezza solo dei capi di imputazione e non delle ragioni a sostegno delle accuse mossemi. Sin da ora, tuttavia, sono certo di poter fornire ogni chiarimento utile ad escludere la sussistenza degli addebiti che mi vengono contestati. Ciò farò, con serenità, in ogni sede, non esclusa quella parlamentare“.

Certo, grazie a Dio, in Italia una persona è innocente fino al terzo grado di giudizio e siamo sicuri che l’onorevole in questione saprà far valere le Sue ragioni fino al giudizio della Cassazione ma come ha fatto giustamente notare il dottor Marco Travaglio (noto giornalista, braccio destro di Santoro  che deve  gran parte della sua notorietà e fortuna letteraria al suo “ odio “ verso il leader di Forza Italia e a tutto ciò che egli rappresenta), nella recente puntata di “ Servizio Pubblico” che  essendo note da  già tempo le accuse verso l’onorevole Genovese, ben prima delle recenti elezioni (ne aveva parlato già Lui in libro tempo addietro ) si sarebbe dovuta valutare meglio l’opportunità o meno di candidarlo.

Come cittadini però ci saremmo aspettati  dalla quella parte della  sinistra, lo stesso comportamento “ giustizialista” tenuto  in passato quando sott’accusa erano politici di centrodestra. Non ci sembra che da esponenti del Pd siano arrivate dure e ferme prese di posizione sulla sopracitata vicenda o richieste di dimissioni del parlamentare  come ci saremmo aspettati , alla luce anche del nuovo corso del partito promesso dal Premier Renzi in campagna elettorale.

Forse un presunto disonesto a sinistra non è uguale ad un presunto disonesto di destra?

Come dire “ due pesi due misure” Ai posteri ardua sentenza.